Cronaca - 08 aprile 2025, 16:53

Suicida in carcere a Cuneo, inutili i soccorsi degli agenti e del 118. È il 27° caso da inizio anno in Italia

«Ancora una volta siamo costretti a sottolineare quanto la questione del disagio psichico all’interno degli istituti penitenziari rappresenti una vera emergenza nazionale» ha detto Vicente Santilli, segretario regionale del Sapp

Suicida in carcere a Cuneo, inutili i soccorsi degli agenti e del 118. È il 27° caso da inizio anno in Italia

CUNEO - Era in cella da fine marzo, con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Questa mattina un detenuto italiano quarantenne si è tolto la vita nel carcere di Cuneo, impiccandosi con un cappio rudimentale. A nulla sono serviti i soccorsi degli agenti della polizia penitenziaria né l'intervento del personale del 118.

A dare la notizia è stato Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. «Il tragico gesto è stato scoperto dal compagno di detenzione e dal personale di Polizia Penitenziaria, che è intervenuto tentando ogni possibile manovra di soccorso».

«È sempre doloroso, per chi lavora nel mondo penitenziario, trovarsi di fronte a simili tragedie che lasciano un senso di impotenza e di profonda amarezza» prosegue il sindacalista. «Ma ancora una volta, siamo costretti a sottolineare quanto la questione del disagio psichico e del rischio suicidario all’interno degli istituti penitenziari rappresenti una vera emergenza nazionale».

Santilli ricorda poi che il SAPPE «ha più volte richiamato l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di potenziare i servizi di assistenza psicologica, rafforzare l’organico, migliorare la formazione specifica e garantire presìdi adeguati per la prevenzione dei gesti autolesivi».

«Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri agenti che devono intervenire» aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE. Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale.

Capece richiama il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: «è vero, sono inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, impegnato “H24” nelle sezioni detentive e i cui appartenenti sono sempre più vittime di aggressioni e atti violenti dalla parte minoritaria della popolazione detenuta più refrattaria a rispettare l’ordine e la sicurezza anche durante la carcerazione». Ma negli istituti di pena, anche per minori, per il sindacato si può e si deve «potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine».

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