TORINO – Aumentano i malati non autosufficienti ma Regione Piemonte e Asl non garantiscono l’accesso alle cure. A lanciare l’allarme il gruppo consiliare del PD del Comune di Torino, che punta il dito contro le lungaggini burocratiche che obbligano le famiglie a farsi carico di rette mensili per il ricovero in strutture private spesso insostenibili.
E questo nonostante una convenzione che coprirebbe il 50% delle spese.
«Migliaia di persone attendono un posto convenzionato nelle RSA, ma nel frattempo devono coprire privatamente costi elevati, che possono superare i 3500-4000 euro al mese, molti altri affrontano spese analoghe per l’assistenza domiciliare di familiari malati, senza un sostegno adeguato da parte del sistema sanitario» la denuncia di Claudio Cerrato, capogruppo PD in Consiglio comunale. «La Regione Piemonte e l’ASL Città di Torino devono urgentemente assumersi le proprie responsabilità, garantendo il rispetto delle leggi vigenti e l’accesso alle cure senza discriminazioni economiche».
Valutazioni a rilento e lunghe liste di attesa
Dal 2022 la Regione ha previsto il ricovero in convenzione nel caso di malati cronici non autosufficienti che necessitano di assistenza, per liberare i posti letto degli ospedali. Spetta alle Asl valutare la loro condizione terapeutica tramite il cosiddetto Uvg (Unità di valutazione geriatrica).
Le valutazioni effettuate dall'Asl Città di Torino sono però aumentate del 65% e gli anziani in attesa di inserimento sono raddoppiati in tre anni: erano 979 nel 2022, sono diventati 1953 nel 2024. Meno di cento sono stati valutati come “urgenti”, gli altri – con minori problemi sanitari – hanno ricevuto una valutazione di “non urgente” o “differibile”.
Il risultato sono così lunghe liste di attesa, con le famiglie obbligate a sostenere l'intera spesa delle strutture private, con diarie che a volte superano i 4.000 euro al mese.
Già a giugno scorso il consiglio comunale aveva approvato una mozione del gruppo PD che chiedeva di salvaguardare il diritto alle cure sanitarie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti. «Il problema sono le scarse risorse e anche una precisa scelta politica che non garantisce il diritto alla cura» spiega Pierino Crema, primo firmatario della mozione. «Chiediamo una maggiore attenzione delle istituzioni regionali e dell’ASL nei confronti di una delle fasce più fragili della popolazione».