lineaitaliapiemonte.it - 07 febbraio 2025, 10:20

Il 7 febbraio è la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo

Antonio Attinà, Ordine Assistenti Sociali del Piemonte: «Come professionisti possiamo svolgere un ruolo determinante, riconoscendo che il primo intervento debba iniziare con la prevenzione»

Il 7 febbraio è la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo

TORINO - Il 7 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, un momento che vuole sensibilizzare nuove generazioni e non solo su un fenomeno molto diffuso.

Da una recente indagine dell’Istituto Superiore della Sanità, il 15% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima, almeno una volta, di atti di bullismo e/o di cyberbullismo, rappresentando una situazione poco rassicurante.

«Una mattina ho sentito di non avere più le forze», «ho paura ad uscire di casa», «i miei genitori non sanno nulla, mi vergogno», «mi sento solo/a», «il cellulare è diventato un incubo», «mio/a figlio/a non mi parla», «non mi dice perché sta così male», «è cambiato/a», «non ci siamo accorti di nulla prima», «siamo arrabbiati soprattutto con noi stessi».

«Queste – spiega Maria Chiara Bartocci, assistente sociale del territorio – sono solo alcune delle frasi che in questi ultimi anni, come assistente sociale, ho sentito, imparando a conoscere ragazzi, ragazze, famiglie, e ascoltando le loro testimonianze piene di dolore, fatica, sensi di colpa.

Sono ragazzi e ragazze che spesso trovano troppo tardi il coraggio di chiedere aiuto, oppure che manifestano sintomi di disagio psicofisico talmente forti da compromettere la loro capacità di reagire e vivere la propria quotidianità fino all’isolamento sociale e l’abbandono scolastico».

Quando queste situazioni arrivano all’attenzione dei servizi sociali, o delle cronache, la prima cosa a cui si pensa è: ma come è stato possibile che la famiglia, gli insegnanti, gli amici e le altre persone vicine non si siano accorti di nulla?

«È bene ricordare – prosegue Bartocci – che è proprio la vergogna della vittima a coprire e nascondere, a fuggire e dissimulare. Si crea infatti spesso uno squilibrio di potere tra chi aggredisce, per ferire e umiliare, e chi subisce e non riesce a difendersi».

Famiglia, scuola ed educatori insieme

Ecco allora come il ruolo di educatori e genitori, di famiglia, Scuola e Servizi deve esprimersi in modo sinergico a partire dalla prevenzione, fino al cercare di contrastare questo fenomeno, considerandolo innanzitutto come un fenomeno sociale e non solo di chi lo agisce e lo subisce. ‍

Diventa quindi centrale anche il coinvolgimento degli Enti locali e più nello specifico dei Servizi Sociali che si attivino nella prevenzione attraverso un approccio ecologico-sistemico che preveda, tra le altre azioni, l’implementazione di strategie d’intervento che tengano conto dell’interdipendenza tra le componenti del contesto di appartenenza e quelle della specifica situazione.

«Come assistenti sociali – commenta Antonio Attinà, Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte – possiamo, nella nostra pratica professionale e attraverso la nostra responsabilità politica, cercare di agire su più livelli, in stretta alleanza con tutta la comunità educante e il territorio.Come professionisti possiamo facilitare e potenziare la collaborazione tra scuola e famiglie, attivare reti, stimolare la riflessione sul tema, coordinare e co-progettare interventi di aiuto strutturati e multidisciplinari. In una prospettiva di welfare comunitario, infatti, gli elementi essenziali del sistema integrato sono quelli di promozione della convivenza e coesione sociale. Dobbiamo quindi valorizzare il servizio sociale in quanto nodo importante della rete, che permettere di mettere insieme le istituzioni per creare una fattiva collaborazione per raggiungere interventi mirati e costruttivi, sulla base delle singole specificità, della conoscenza del fenomeno e del contesto».

Sempre meglio prevenire i comportamenti dannosi

È essenziale – perciò – che i Servizi siano presenti nei vari contesti educativi e di formazione dove è necessaria esperienza e preparazione rispetto al fenomeno, per accogliere e supportare le persone e le loro famiglie che hanno vissuto, o stanno vivendo, questa difficile esperienza. Per farlo è necessario partire dall’ampliamento della rete sociale, affinché si possano ricreare livelli di rete complementari e interconnessi, ognuno per le proprie competenze.

«In questi ultimi anni si sta riscontrando maggior impegno in tal senso – dice Bartocci –. Sono stati infatti organizzati tavoli tematici, progettazioni condivise, incontri tra ragazzi e ragazze, genitori, scuola, con psicologi e servizi sociali, per far sì che, ognuno per il proprio ruolo, ci si possa preparare all’accoglienza, alla comprensione, all’educazione e alla sensibilizzazione del fenomeno all’interno del contesto comunitario, con particolare attenzione agli aspetti di complessità che lo caratterizzano».

Relativamente al bullismo, infatti, si rende sempre più evidente la necessità di elaborare risposte efficaci ed efficienti nello spirito della corresponsabilità sociale per il potenziamento della rete degli interventi e dei servizi sociali di ogni territorio.

«Come professionisti – conclude Attinà – possiamo svolgere un ruolo determinante, riconoscendo che il primo intervento per affrontare il bullismo debba iniziare con la prevenzione, il potenziamento del sistema di aiuto per le vittime e gli autori di reato. Si tratta nello specifico di interventi di empowerment di comunità in grado di attivare processi di collaborazione tra diversi attori sociali e partecipazione dei cittadini. Una vera sfida per noi professionisti che ci porta a sollecitare la politica ad un impegno ancora più deciso verso azioni che mettano le istituzioni e gli altri soggetti del territorio in connessione attraverso processi strutturati e obbligatori. Per fare prevenzione e per non lasciare sole le famiglie quando le situazioni esplodono non basta la buona volontà, serve costruire percorsi in grado di costruire un sistema sensibile, stabile ed efficace».

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