TORINO - Informare quanto più possibile i cittadini sulla possibilità di ricorrere al parto in anonimato e sui servizi offerti dalla Regione alle gestanti in grave difficoltà, per evitare la soppressione o l’abbandono dei neonati, fatti che purtroppo le cronache talvolta riportano.
È l’appello lanciato dai rappresentanti dell’Associazione nazionale delle famiglie adottive e affidatarie (Anfaa) e dei quattro soggetti gestori delle funzioni socioassistenziali competenti in materia di gestanti che sono intervenuti in Commissione Sanità.
«Solo in Italia e, con modalità diverse, in Francia è possibile ricorrere al parto in anonimato a tutela della partoriente e del neonato e il Piemonte è l’unica regione ad aver legiferato in materia» ha ricordato Frida Tonizzo di Anfaa. «Un’opportunità che spesso è ignorata proprio dalle gestanti che si trovano in grave difficoltà, sovente giovani o giovanissime, non di rado straniere, che necessitano di interventi socioassistenziali prima, durante e dopo il parto per mancanza di lavoro, casa o sussidi».
Claudia Roffino, sempre di Anfaa, ha invece evidenziato la necessità di «cercare le donne in difficoltà, accoglierle, assisterle e aiutarle a scegliere se riconoscere o no il proprio figlio senza pregiudizi perché una donna che partorisce in anonimato non è altro che una donna in difficoltà che sta dicendo: ‘non sono in grado di fare la mamma’».
Citando un rapporto di Save the Children, entrambe hanno espresso riserve sull’efficacia delle “culle per la vita”, che - dicono - «rischiano di incentivare parti senza l’adeguata assistenza sanitaria per la mamma e per il bambino, lasciando la partoriente completamente in balia di sé stessa» e chiesto che si valuti di ritirare l’ordine del giorno in materia, recentemente approvato dal Consiglio regionale.
Per quanto riguarda i rappresentanti dei gestori delle funzioni socioassistenziali – Città di Torino, Consorzio socioassistenziale (Csac) del Cuneese, Cissaca di Alessandria e Comune di Novara – Sara Bergamo del Cissaca di Alessandria ha sottolineato «l’importanza di collaborare insieme per realizzare volantini e opuscoli multilingue con i numeri dedicati e i servizi offerti, messi a disposizione dei servizi sociali territoriali, dei consultori, degli ospedali e dei punti nascita».