Si è infiammato nei giorni scorsi il dibattito attorno alle parole del Ministro Carlo Nordio.
Il ministro della Giustizia ha definito il proscioglimento di Matteo Salvini nel processo Open Arms un «segnale plurimo», articolando la sua riflessione in quattro punti.
Il Guardasigilli ha evidenziato anzitutto la professionalità della magistratura italiana: «Abbiamo la stragrande maggioranza di magistrati preparati e coraggiosi, che applicano la legge prescindendo dalle loro idee politiche». Ha poi criticato il processo, definendolo «fondato sul nulla» e sostenendo che «non sarebbe nemmeno dovuto iniziare». Il ministro ha inoltre sollevato la questione dell’eventuale coinvolgimento di Giuseppe Conte, all’epoca presidente del Consiglio, non chiamato in causa a differenza di Salvini.
Nel suo quarto punto, Nordio ha affrontato il tema della responsabilità dei magistrati, proponendo che si pensi a risarcire le persone che, a causa di errori giudiziari, perdono salute, risparmi e lavoro.
Ora, posto che il dibattito sulla riforma della giustizia è verosimilmente coevo della giustizia stessa, non si può non sottacere quanto sia ormai veramente destituito di ogni fondamento che esista un ordine professionale che va sempre e comunque esente da ogni responsabilità. Le cui spese, in caso di cattiva amministrazione, gravano in primis sull’imputato e in secundis sulla collettività tutta.
Giusto e doveroso pensare a un risarcimento, ma affinché questo sia tale e non sia l’ennesimo fardello che grava su una comunità incolpevole che continua a farsi carico delle colpe dei “soliti impuniti”, si pensi a far pagare al magistrato in persona l’esito di un cattivo operato. E basta con l’avanzamento automatico delle carriere.
Checche’ se ne dica, troppe sono le volte in cui la pubblica opinione si scaglia -giustamente- contro i privilegi di casta ma spesso sbagliando la mira.
Nel solo 2020 l’Italia ha speso 46 milioni di euro come risarcimenti per ingiuste detenzioni ed errori giudiziari. Ed ogni anno sono circa mille le persone che in Italia finiscono in carcere per un errore giudiziario.
Che se ne parli oggi a fronte di un processo rivelatosi infondato come quello al Ministro Salvini va benissimo, se può aiutare quelle molte vittime invisibili che vengono private del bene più grande -la libertà- per un errore di cui i colpevoli mai pagheranno.
Ecco, quello di cambiare la rotta e puntare ad un risarcimento pagato di tasca dai colpevoli e’ il mio personale auspicio in qualità di Presidente di una associazione che da decenni si occupa di mala giustizia, per il 2025.