TORINO - La produzione industriale a ottobre, come certificato dall’Istat, è in flessione e mostra una contrazione sia su base mensile che su base annua.
Il dato - fa presente CNA Piemonte - è ancora più allarmante perché si tratta di una riduzione diffusa in tutti i settori di attività, con conseguenze particolarmente pesanti per il comparto manifatturiero piemontese, dove l’automotive rappresenta una colonna portante dell’economia regionale.
A pesare su questo calo è con ogni probabilità la dinamica negativa delle esportazioni, con un crollo su base annua del -3,6%. Il fatto che questo sia il ventunesimo calo consecutivo dell’indicatore è sintomatico di una situazione che richiede interventi straordinari e immediati.
Il Piemonte, storica culla dell’industria automobilistica italiana, risente in modo drammatico di questa flessione, evidenziando una pericolosa riduzione del peso dell’industria sul prodotto interno lordo. Per una regione a vocazione manifatturiera questo fenomeno mina la stabilità non solo della produzione industriale e dell’intero tessuto economico e sociale ma anche delle micro, piccole e medie imprese.
Il peso dei marchi del gruppo Stellantis
La crisi di Stellantis, in particolare, è emblematica di una difficoltà che coinvolge l’intero comparto automotive, con pesanti ripercussioni sulle piccole e medie imprese piemontesi che operano nella filiera.
Non si può ignorare che le decisioni aziendali di ridimensionamento della produzione e di delocalizzazione colpiscono duramente il nostro territorio, generando perdita di posti di lavoro, contrazione delle competenze e riduzione degli investimenti locali.
La situazione di Stellantis rischia di aggravare ulteriormente il quadro già fragile della produzione industriale, con un effetto domino che mette in ginocchio migliaia di micro e piccole imprese che costituiscono l’ossatura della filiera automobilistica piemontese.
L'automotive in numeri
La filiera automotive, infatti, conta 111 mila imprese e 542 mila addetti a livello nazionale, includendo non solo la produzione di veicoli, ma anche carrozzerie, componenti, accessori e servizi di manutenzione e riparazione. Le micro e piccole imprese rappresentano una percentuale ancora maggiore: sono l’84% della componentistica, il 92% delle carrozzerie e il 97% della manifattura. Questo significa che quasi un terzo del fatturato e metà degli occupati nel settore dipendono da queste realtà, oggi fortemente penalizzate da una crisi che rischia di comprometterne la sopravvivenza.
Le preoccupazioni di CNA
«Come CNA Piemonte riteniamo che la crisi che attraversa il settore automotive, aggravata dalla situazione di Stellantis e dalla contrazione delle esportazioni, rappresenti un’emergenza strategica per il Piemonte» spiega Delio Zanzottera, segretario regionale di CNA. «Servono strumenti finanziari mirati per le piccole e medie imprese e un’azione concertata tra istituzioni e imprese per agevolare la transizione tecnologica e la competitività, anche attraverso una revisione dei meccanismi di accesso agli incentivi come Transizione 4.0 e Transizione 5.0, oggi resi inefficaci da eccessivi ostacoli burocratici».
«Durante l’audizione in Consiglio Regionale abbiamo proposto di intervenire con il supporto della finanziaria regionale per agevolare il rilancio di aziende in crisi, sottolineando la necessità di un approccio strategico condiviso» aggiunge Giovanni Genovesio, presidente di CNA Piemonte. «Il Piemonte deve tornare a valorizzare il ruolo centrale dell’industria manifatturiera e dell’automotive per garantire la tenuta economica e sociale del territorio. Questo comparto, cruciale per l’intera economia regionale, deve diventare una priorità assoluta nelle politiche di sviluppo economico».