TORINO - Ha raccolto quasi novecento firme la petizione lanciata su change.org dalle associazione ambientaliste riunite nel Tavolo Animali & Ambiente per fermare il piano di abbattimento dei cormorani voluto da Regione Piemonte.
Gli abbattimenti autorizzati dalla Regione fanno seguito alle lamentele e alle preoccupazioni sollevate dal comparto ittico regionale, minacciato proprio dalla eccessiva presenza di questi uccelli che sempre di più sembrano prendere di mira gli allevamenti di pesci. Un singolo esemplare di cormorano arriva a cibarsi anche di dieci chili di pesce al mese.
Tutta colpa del cambiamento climatico
Fino verso la fine degli anni ‘80 nelle zone del biellese e del vercellese la presenza del cormorano era rara. Si osservavano alcuni individui durante il periodo migratorio primaverile, quando il cormorano ritornava per la riproduzione verso gli Stati del nord Europa come Olanda, Germania, Danimarca.
I cambiamenti climatici hanno però permesso a molte specie di uccelli di rimanere sul nostro territorio anche nei mesi invernali e durante la stagione riproduttiva. Questo anche grazie all'immissione di specie ittiche, più facili da predare.
La situazione a Viverone
Il lago di Viverone, dove il sindaco per primo aveva chiesto l’abbattimento dei cormorani, è un esempio di come specie vegetali si sviluppino nell'acqua a causa del cambiamento climatico e della elevata eutrofizzazione. Questo - spiegano le associazioni ambientaliste - rende meno "reattivi" i pesci e incentiva la presenza del cormorano, che può catturarli più facilmente, compiendo così il suo ruolo di selezione.
Cosa dice la legge
La legge italiana e quella europea - la Direttiva Uccelli 79/409/CEE - evidenziano che il cormorano è una specie protetta e non cacciabile. Tuttavia, a livello locale, possono essere adottati provvedimenti di abbattimento selettivo, in deroga alla legge, qualora si dimostrino gravi danni alle attività di pesca o acquacoltura.
Le modalità di abbattimento adottate in passato (l'ultimo caso risale al marzo 2011) hanno però determinato la condanna dell'Italia da parte della Corte di Giustizia Europea. Le politiche di abbattimento, oltre ad accendere dibattiti dal punto di vista etico e a comportare costi non indifferenti per le amministrazioni locali, non risultano efficaci nel lungo periodo. I cormorani, infatti, tendono ad aggregarsi in gruppi piuttosto numerosi dove le condizioni sono più favorevoli, rimpiazzando in pochissimo tempo gli individui abbattuti.
Cosa fare?
Per il Tavolo Animali & Ambiente solo i mezzi di dissuasione incruenta determinano un efficace controllo sulle popolazioni svernanti: le barriere fisiche (reti sospese sull'acqua o rifugi per i pesci) e disturbi visivi (come strisce riflettenti).
Per dare più forza alla campagna è stata lanciata una petizione online con la richiesta alla Regione di non prevedere abbattimenti per i cormorani. È possibile firmare la petizione al sito www.change.org a questo link.