Nei campi italiani mancano centomila lavoratori per garantire la raccolta dei prodotti e la lavorazione dei terreni, ma anche le attività di trasformazione e quelle più specialistiche, con il rischio di minare la sovranità alimentare del Paese in un momento di forti tensioni internazionali.
È l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione dell’incontro sul lavoro in agricoltura a Palazzo Rospigliosi a Roma.
«Per superare le attuali difficoltà occorre passare ad una gestione diretta e controllata dei flussi migratori e le ultime modifiche introdotte alla normativa sul decreto flussi rappresentano un passo importante verso la semplificazione e il rispetto dei tempi di ingresso dei lavoratori, che vanno ora implementate con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali e dei consolati» commentano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale.
Serve, per Coldiretti, aumentare i flussi di immigrazione regolare, indispensabile alla nostra industria alimentare. Un ruolo può essere svolto proprio dalle iniziative e dalle buone pratiche di formazione nei Paesi di origine già avviate da Filiera Italia. «Come Coldiretti chiediamo di rendere alcune misure strutturali per garantire i necessari sostegni ad imprese e lavoratori».