Dunque si va avanti con la mobilitazione. Dopo l'incontro presso il Ministero delle imprese e la decisione della proprietà Marelli di sospendere la procedura di avvio dei licenziamenti, nelle assemblee dei lavoratori tenutesi mercoledì, lsi è deciso di continuare con le forme di lotta fino ad ora esercitate, sciopero e presidio permanente.Lo ribadiscono Fim, Fiom, Uilm e Ugl Metalmeccanici.
“La sospensione a tempo indeterminato della procedura di avvio dei licenziamenti è un segnale ma allo stesso tempo non sufficiente ad assicurare le garanzie di continuità produttiva e salvaguardia occupazionale” scrivono Fim , Fiom e Uilm nel comunicato con cui annunciano il proseguimento delle azioni.
Anche perchè l’intenzione espressa dalla proprietà all'incontro presso il ministero, di individuare dei soggetti esterni in grado di rilevare e riconvertire il sito produttivo, sono ritenuti insufficienti per poter pensare di essere sulla buona strada.
L'aspetto fondamentale, affermano i sindacati, è continuare a mantenere la vocazione produttiva del sito che da cinquant’anni produce componentistica per auto: “Pensiamo che Marelli per il peso strategico che rappresenta in Italia e nel mondo possa continuare a recitare un ruolo come player di componentistica anche in una prospettiva di riconversione.
Riteniamo si possa partire da questa vertenza per una nuova politica industriale per diversificare le produzioni e governare la transizione anche attraverso i fondi nazionali che il governo si è impegnato a utilizzare per lo sviluppo e la salvaguardia del settore automotive”.
Lo ribadisce in una nota stampa il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano: “La transizione verso le nuove motorizzazioni elettriche deve essere sostenibile sul piano sociale e questo significa non accettare né chiusure di stabilimenti né licenziamenti.
La Marelli è il primo gruppo di componentistica del settore dell’auto nel nostro Paese, è controllata dal gruppo KKR e ha tutte le risorse necessarie per portare nuova componentistica e dare prospettive industriali rispetto alla transizione in atto nel settore anche a questo stabilimento.
L’azienda ha precisato lo sforzo che sta facendo negli altri 10 stabilimenti, ma ha ribadito la chiusura del sito emiliano ha accettato però la richiesta di sospendere a tempo indeterminato la procedura con l’obiettivo di trovare una soluzione industriale.
Il ministro Urso ha dichiarato la volontà da parte del governo di dare una soluzione positiva a questa crisi, che riguarda un modello per la riconversione di tutto un settore auto, sottolineando il fatto che il ministero è impegnato con tutti i soggetti in campo. Il disegno del Governo – ha detto il Ministro - è lavorare sul tema del mantenimento delle motorizzazioni tradizionali a fianco di quelle ibride per limitare impatti.
Come FIM CISL riteniamo che le soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento di Crevalcore debbano passare da Marelli e abbiamo invitato il governo a chiedere direttamente alla proprietà del fondo private equity KKR.
L’azienda ha comunicato la sospensione a tempo indeterminato della procedura di chiusura. E’ un primo passo positivo ottenuto con la lotta dei lavoratori, ma non è ancora la soluzione industriale che dia la necessaria prospettiva industriale allo stabilimento evitando i licenziamenti”.
L’8 novembre si aprirà il tavolo presso il MiMIT che riguarderà tutto il piano industriale di Marelli, un mese di tempo per trovare una soluzione per lo stabilimento di Crevalcore ma anche, più in generale, per le prospettive industriali di tutti gli stabilimenti italiani dell'azienda.
Secondo Antonio Spera, Segretario Nazionale della Federazione Ugl, ora serve l'impegno di tutti: “Marelli ha dato disponibilità ad aprire il dialogo e a sospendere a tempoindeterminato la procedura di chiusura della fabbrica di Crevalcore, ora tutte le parti coinvolte nella vertenza si siedano intorno a un tavolo e ne discutano, credendo fin da subito sulle potenzialità che il sito
bolognese ancora può esprimere”.