Si intitola “Torino. Quattro prospettive di sviluppo per la Città Metropolitana” il libro bianco che la Fondazione AMMA ha promosso e realizzato, insieme a Prometeia e con il supporto dell’Università degli Studi di Torino, nell’intento di mettere a disposizione della comunità e dei suoi decisori uno strumento capace di offrire una concreta visione “a dieci anni” del sistema produttivo e del territorio torinese.
Un’iniziativa che affianca e va ad ulteriormente alimentare il processo condotto in questi ultimi anni dall’Unione Industriali Torino, volto a tratteggiare nuovi scenari di crescita per l’economia dell’intero Nord Ovest del Paese, in un’ottica di collaborazione in particolare con le vicine aree a vocazione manifatturiera di Milano e Genova.
Immaginare il futuro di Torino nel 2032
Il libro bianco è frutto del percorso di riflessione strategica sviluppato dalla Fondazione attraverso un dialogo con ventisei stakeholder - accademici, imprenditori, manager, esponenti di enti economici e fondazioni bancarie, ma anche le nuove generazioni, rappresentate da alcuni studenti - finalizzato non soltanto a immaginare il migliore dei futuri possibili per la Torino del 2032, ma anche a individuare una traccia programmatica per la sua realizzazione.
Le sette sezioni in cui è articolato il documento sono aperte da un primo capitolo di inquadramento storico, in cui la tradizione industriale della Città trova riscontro in oltre un secolo di cammino dell’associazionismo imprenditoriale nel settore metalmeccanico: l’AMMA - Associazione Metallurgici Meccanici Affini, fondata nel 1919, ne fu uno dei primi esempi in Italia.
La “legacy meccanica”
Una “legacy meccanica”, annodata a doppio filo all’identitario comparto dell’automotive, che viene attualizzata nel secondo capitolo del libro bianco, dedicato all’evoluzione di lungo periodo e alla mappatura aggiornata del perimetro manifatturiero torinese.
L'attrattività torinese
Al terzo capitolo spetta invece il compito di analizzare i fattori di attrattività territoriale (benessere e qualità della vita, capitale umano, imprese e innovazione, reti e internazionalizzazione) in termini di benchmarking fra l’area torinese e quelle di Lione, Milano e Genova: quattro territori fra i quali, al di là della prospettiva di collegamenti infrastrutturali, bisogna trovare spazi di collaborazione, oltreché industriali e logistici, anche ambientali, culturali, sociali o di governance, nel solco delle azioni intraprese dalla stessa Unione Industriali Torino.
L'evoluzione di Torino e della sua industria
Con un analogo approccio data-driven, il quarto capitolo delinea le traiettorie evolutive inerziali di Torino e della sua industria, ovvero le previsioni di crescita che è possibile tratteggiare con l’ausilio della modellistica econometrica, e che evidenzia come i principali input esogeni (internazionali e nazionali) potrebbero impattare sul territorio, in considerazione di alcune sue specificità demografiche, settoriali e di mercato del lavoro.
La riflessione strategica
Negli ultimi tre capitoli si entra invece nel vivo della riflessione strategica, dando conto della “molteplicità dei punti di vista” emersi da una riflessione plurale e aperta, condotta sia in modalità “diretta” con interviste e focus group, sia in forma “indiretta”, alimentando cioè il libro bianco con studi, articoli e riflessioni che hanno animato il dibattito sulla Torino di domani.
Ridefinire un modello di sviluppo territoriale sostenibile
In particolare, nel quinto capitolo vengono sintetizzati i singoli contributi su alcune tematiche cruciali per la progettazione della Torino futura, dal modello produttivo all’innovazione, dalla sostenibilità alla formazione. Si passa quindi dalla riflessione individuale a quella collettiva, emersa da focus group diretti a delineare lo scenario “desiderabile” per la Torino del 2032, attraverso un’analisi condivisa delle alternative possibili per i principali driver di cambiamento - influenzabili dalle scelte degli attori locali - e considerando continuità e punti di rottura rispetto alla situazione attuale. Da qui scaturisce, nel sesto capitolo, la proposta per una ridefinizione complessiva di un modello di sviluppo territoriale sostenibile e, con la settima e conclusiva sezione, delle leve di politica industriale nelle mani dei policy maker locali in grado di aumentare l’attrattività e la competitività dell’ecosistema industriale e territoriale torinese.