lineaitaliapiemonte.it - 14 settembre 2022, 23:16

La pandemia fiscale è alle porte. Di Lorenza Morello*

Sono in partenza 5 milioni di cartelle esattoriali: l’evasione fiscale di necessità è ormai un dato acquisito, come lo è quello di una pressione fiscale effettiva fuori controllo e mai adeguatamente misurata. Ma questo può capirlo solo chi sta da mattina a sera in azienda, non al Ministero. E ora, con le difficoltà a pagare le bollette prodotte dal caro energia si rischia, dopo la pessima gestione della pandemia sanitaria, una altrettanto grave pandemia fiscale

La pandemia fiscale è alle porte. Di Lorenza Morello*

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente annunciato la ripartenza di 5 milioni di cartelle esattoriali congelate per i danni economici del Covid.

Ora, è un dato più che notorio che un fisco persecutore non induce nessuno dei debitori ad adempimenti spontanei, per giunta quando l’ironia della sorte vuole che moltissime cartelle hanno importi relativamente esigui e riguardano ipotesi bagatellari (sanzioni, multe, bollette...).

Quello che va risolto, tra gli altri, è un caso a monte: come nasce una cartella esattoriale? Come nasce l’obbligo tributario?

Al di là del sacrosanto dettato costituzionale, sempre che però un giorno si possa finalmente giungere alla tanto agognata proporzionalità, spesso i cittadini si ritrovano debitori per necessità o per errore.

L’evasione fiscale di necessità è ormai un dato acquisito, come lo è quello di una pressione fiscale effettiva fuori controllo e mai adeguatamente misurata. Ma questo può capirlo solo chi sta da mattina a sera in azienda, non al Ministero.

Per questo il cuneo fiscale deve essere il punto di partenza principale di ogni forza politica che voglia temperare le derive del già fin troppo annunciato autunno caldo.

Per non parlare poi degli interventi urgenti che richiederà sempre più il caro energia causato dalla dissennata guerra in corso (e da qualche imprudenza in politica estera), ove si imporrà di non alimentare la produzione di altre cartelle esattoriali riducendo, ad esempio, gli inspiegabili oneri di sistema sulle bollette? O razionalizzando il mercato elettrico, aprendo forse ad una sana concorrenza? Anche lì la trattazione si farebbe dolorosa pensando agli innumerevoli vincoli e lacci burocratici per l’utilizzo dei fondi.

Pace sociale e pace fiscale si devono conciliare.

Non possiamo permetterci una “pandemia fiscale” dopo aver già pagato sin troppo cara la mala gestio di quella sanitaria.

*Lorenza Morello, giurista d’impresa, presidente nazionale APM

SU