lineaitaliapiemonte.it | 24 aprile 2025, 10:50

Esondazioni e frane del 18 aprile, danni in Piemonte per tre milioni di euro

Sopralluogo di Coldiretti sui campi alluvionati con l’assessore regionale all’agricoltura: «Subito fondi per il ripristino delle funzioni agricole. Ma i veri problemi rimangono la prevenzione e l’adeguamento del sistema assicurativo ai cambiamenti climatici»

Esondazioni e frane del 18 aprile, danni in Piemonte per tre milioni di euro

TORINO - Dopo le esondazioni e le frane del 18 aprile sono 130 le aziende agricole danneggiate che hanno, finora, contattato gli uffici di Zona di Coldiretti per segnalare danni alle coltivazioni o, peggio, ai terreni e alle strutture produttive. Un primo calcolo degli uffici Coldiretti, stima l’ammontare in circa 3 milioni di euro.

In valle di Susa si segnalano una quindicina aziende colpite, in particolare, una a Susa, ha avuto i locali di lavorazione completamente sommersi. Una ventina le aziende colpite nel Pinerolese. Una trentina tra Chivassese e area nord della cintura di Torino. Due nel basso Canavese e una settantina tra Eporediese e Alto Canavese.

I Comuni dove gli uffici Coldiretti contano i danni maggiori sono quelli lungo l’asta della Dora Baltea a valle di Ivrea: qui il primato spetta a Strambino con ben 11 aziende danneggiate.

Proprio in questa zona Coldiretti ha organizzato un sopralluogo con l’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni per incontrare gli agricoltori sui terreni alluvionati.

Insieme agli agricoltori anche il presidente provinciale di Coldiretti, Bruno Mecca Cici, il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda, i sindaci di Vische, Borgomasino e Vestignè e segretari di Zona Coldiretti, Giuseppe Cutrò e Massimo Ceresole.

La conta dei danni

L’assessore ha potuto constatare la situazione delle aziende agricole colpite con gravi danni da sommersione alle colture, asportazione strato superficiale del terreno (il terreno fertile) e creazione di dislivelli e solchi che compromettono l'irrigazione. Inoltre, cereali vernini e loietto erosi o sporcati dal fango che compromette la fienagione con perdita parziale del raccolto. Su molti terreni non sarà possibile riportare la fertilità se non tra due o tre anni.

Coldiretti ha anche riferito all’assessore dei danni dei danni alle cascine, stalle e ai macchinari e le distruzioni nelle zone collinari e montane con smottamenti che hanno fatto franare pascoli, campi e vigne secolari.

L’assessore ha preso l’impegno di attivare subito la struttura regionale per permettere agli agricoltori e ai consorzi irrigui e di gestione della viabilità interpoderale di ottenere i rimborsi del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. «La cosa più urgente – ha detto Bongioanni – è comunicare tutti i danni ai Comuni perché, a loro volta, li possano trasmettere alla Regione. In questo modo potremo avere la perimetrazione dei fondi colpiti, quantificare i danni effettivi e inoltrare al governo le richieste di risarcimento».

Più prevenzione e un diverso sistema assicurativo

Ma questo nuovo evento alluvionale he riportato alla luce il problema della prevenzione.

«Gli agricoltori di queste zone hanno sempre convissuto con gli eventi alluvionali – ricorda Mecca Cici – Ma oggi ci dicono che le piene sono sempre più improvvise, veloci e con volumi di acqua che un tempo erano eccezionali e oggi sono la normalità. Soprattutto ci parlano di alvei pieni di ghiaia e sabbia che non ce la fanno a smaltire apporti sempre più irruenti di acqua e detriti. Ci riferiscono anche che il superamento o la rottura delle protezioni spondali arriva in modo regolare in punti nuovi degli alvei, segno che si devono rivedere gli schemi delle opere di difesa e di contenimento delle piene. Dobbiamo, quindi aprire una volta per tutte, una vertenza per la protezione dell’agricoltura e del territorio dagli effetti del cambiamento climatico. Questi terreni lungo i fiumi sono i più fertili e spesso sono anche gli unici coltivabili. Dobbiamo difenderli a tutti i costi se vogliamo continuare a produrre cibo».

Per Coldiretti è importante anche rivedere il sistema assicurativo. «Gli agricoltori non hanno a disposizione un sistema assicurativo adeguato agli effetti del cambiamento climatico. Servono prodotti assicurativi alla portata degli agricoltori. Il nostro è un comparto strategico e i campi non si possono ricollocare come i capannoni industriali».

L’assessore ha preso l’impegno di portare queste istanze alla prossima conferenza stato Regioni dedicata all’agricoltura che sui terrà nei prossimi giorni a Genova.