lineaitaliapiemonte.it | 23 aprile 2025, 09:34

Epilessia, nascerà una rete dedicata all'interno di Neurologia di Azienda Zero

Un gruppo di lavoro per affrontare i problemi dei pazienti. Il presidente della Commissione Sanità Luigi Icardi: «saranno attivate all’interno della rete neurologica di Azienda Zero le modalità di distribuzione dei farmaci e la terapia chirurgica»

Epilessia, nascerà una rete dedicata all'interno di Neurologia di Azienda Zero

TORINO - Un gruppo di lavoro che affronti i problemi dei pazienti affetti da epilessia. Lo proporrà il presidente della Commissione Sanità Luigi Icardi, «perché sia attivato all’interno della rete neurologica di Azienda Zero, in particolare riguardo l’organizzazione degli ambulatori sul territorio, le modalità di distribuzione dei farmaci e la terapia chirurgica».

Il presidente lo ha proposto al termine dell’audizione di Irene Bagnasco, neuropsichiatra infantile del Coordinamento Lega Italiana contro l’Epilessia, e Alessandra Di Liberto, neurologa del centro epilessie dell’ospedale Molinette di Torino, sentite per approfondire le possibili iniziative per la creazione di una rete per patologia dedicata alle persone con epilessia.

«L’epilessia è una malattia neurologica frequente, ne è affetta una persona su cento, eppure è ancora stigmatizzata – ha spiegato Bagnasco – con un impatto forte sulle famiglie dei pazienti in età pediatrica e sulla qualità della vita nell’adulto e nell’anziano. Il 30 per cento di pazienti trattati, poi, non rispondono ai farmaci. Per questo pensiamo sia importante lavorare su una rete per patologia in cui ci sia collaborazione tra centri di vario livello».


Di Liberto ha precisato che «tra i problemi da affrontare ci sono la transizione del paziente dall’età pediatrica a quella adulta, in assenza di una rete strutturata per la presa in carico, e la distribuzione dei farmaci, che oggi è solo diretta e quindi difficoltosa per i pazienti che non possono guidare e devono recarsi in ospedale per il ritiro. C’è poi il tema della chirurgia, che per il 20 per cento dei pazienti può essere risolutiva, ma che soffre di carenze organizzative».