lineaitaliapiemonte.it | 18 aprile 2025, 10:48

Fiumi esondati nel Torinese, perso un migliaio di ettari di coltivazioni

Per Coldiretti i danni ammonterebbero già a due milioni di euro. Bruno Mecca Cici: «tenendo conto dei costi delle risemine, del ripristino dei terreni, delle nuove lavorazioni dei campi, i danni potrebbero triplicare»

Fiumi esondati nel Torinese, perso un migliaio di ettari di coltivazioni

TORINO - Le esondazioni hanno colpito soprattutto le coltivazioni del Canavese, il Ciriacese, la Bassa Valle di Susa, la val Sangone e il Pinerolese. Al momento risultano circa un migliaio di ettari di coltivazioni andate perse in tutto il Torinese.

La Dora Baltea è esondata allagando, secondo le prime stime, oltre 500 ettari di campi appena seminati a mais. Gli agricoltori riferiscono anche di stalle evacuate per l’arrivo della piena di Dora Baltea e Chiusella a Strambino.

La sommersione sotto 3 metri di acqua sta portando anche una grande quantità di sedimento: fanghiglia che coprirà i campi per molti giorni anche quando le acque si saranno ritirate.

I territori più colpiti risultano, al momento, nei comuni di Strambino, Vestignè, Vische, Fiorano, Pavone e in generale tutta la piana del nodo idraulico di Ivrea.

Esondato anche il Malone che non si sta limitando ad allagare i campi ma li sta erodendo portando via la terra e i semi appena sotterrati. Esondazioni anche lungo l’asta dell’Orco e i suoi affluenti come la Malesina e lungo il basso corso della Dora Riparia dove risultano sommersi i campi della piana agricola tra Caselette e Alpignano. Altri campi allagati si registrano a Caselette e Druento.

Nel Pinerolese esondato il Lemina che ha invaso i campi seminati a mais.

Le stime di Coldiretti

«È ancora presto per fare delle stime dei danni – precisa il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ma possiamo ipotizzare oltre 2 milioni di euro solo di coltivazioni andate perse, ma tenendo conto dei costi delle risemine, del ripristino dei terreni, delle nuove lavorazioni dei campi, delle nuove fertilizzazioni e anche del ripristino della viabilità interpoderale i danni potrebbero triplicare»

Il problema - spiegano da Coldiretti - è che i campi erano stato appena seminati a mais, mentre stavano crescendo grano e orzo. Dove il seme è appena stato posato la terra è soffice e viene dilavata facilmente e dove l’acqua ristagna i semi marciscono. Sulle coltivazioni in crescita, le radici delle piante ancora giovani vengono asfissiate dalla permanenza dell’acqua e i fusti sommersi dalla fanghiglia.

«Inoltre le piene stanno erodendo i terreni, stanno facendo franare versanti e portano via le stradine dei campi. Un altro grave danno è causato dall’allettamento delle giovani piante che appesantite dall’acqua e piegate dal vento in buona parte porteranno marciumi» conclude Bruno Mecca Cici.