lineaitaliapiemonte.it | 30 gennaio 2025, 11:16

Dazi USA, per Confartigianato Torino si prospetta una nuova minaccia per l’export manifatturiero

Tra le regioni più esposte c'è proprio il Piemonte con oltre 5,1 miliardi di euro, pari al 7,9% del totale nazionale verso gli USA. Solo Torino "pesa" 2,7 miliardi

Dazi USA, per Confartigianato Torino si prospetta una nuova minaccia per l’export manifatturiero

Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino: «Per le nostre imprese si prospetta una nuova fase critica, occorre intensificare gli sforzi per assicurare l'alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere e apprezzare. Ma ora deve entrare in gioco l’Europa»   

TORINO - La nuova stagione amministrativa del neo eletto Presidente Donald Trump, ha già creato un certo sconquasso economico globale con l’annuncio di possibili dazi sulle importazioni. Le imprese italiane che hanno investito e potenziato l’export verso gli Usa (Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani) stanno già tremando e tra le regioni più esposte figura proprio il Piemonte e Torino.  

Secondo i dati riferiti a settembre 2024, il Piemonte contribuisce con oltre 5,1 miliardi di euro, pari al 7,9% del totale nazionale con l’export verso gli USA. Per quanto riguarda le province, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si colloca Milano con 6,1 miliardi di euro, seguita da Firenze (5,7 miliardi), Modena (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi).  

Guardando più in generale al dato nazionale, gli Usa, che nel 2022 hanno superato la Francia, sono il secondo mercato del Made in Italy dietro alla Germania, con esportazioni che negli ultimi 12 mesi a settembre 2024, ammontano a 66,4 miliardi di euro, pari al 10,7% del totale. Se Trump decidesse di applicare dazi tra il 10% e il 20% sulle importazioni causerebbe un calo dell’export Italiano verso gli Usa rispettivamente del -4,3% e del -16,8%.  

«È chiaro che ne pagherebbero le conseguenze anche le imprese del nostro territorio, soprattutto quelle manifatturiere che già stanno soffrendo un mercato globale ed una situazione geopolitica molto complessa» afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino.

«Sono principalmente le piccole e medie imprese, anche artigiane, che hanno una maggiore incidenza sull’export verso gli Usa, soprattutto nei settori degli alimentari, della moda, del legno e dei metalli, oltre a gioielleria e occhialeria. Ora però deve entrare in gioco l’Europa, non può essere un singolo Stato a contrastare queste dinamiche di commercio internazionale».  

Una strategia protezionistica che mira evidentemente a mitigare quell’eccesso di consumi interni rispetto alla produzione statunitense che obbliga il Paese americano ad importare la differenza dall’estero. Al contrario della Cina che si trova ad affrontare l’effetto opposto (più produzione rispetto al consumo interno), tanto da dover esportare le merci in eccedenza a prezzi stracciati e di bassa qualità.

«Se da un lato non possiamo far altro che tenere un atteggiamento attendista, conclude De Santis -le uniche azioni da adottare per il sistema delle piccole e medie imprese è quello di imparare a leggere le dinamiche del mercato e cercare di adattarsi, e molto rapidamente, strutturandosi e puntando ancor di più all’eccellenza e all’alta specializzazione, diversificando i mercati, investendo su quelli in via di sviluppo».