Non solo il latino ma anche la geografia, la storia con attenzione a quella dell'Occidente e, udite, udite, le famigerate poesie a memoria alle elementari. Insomma , dopo anni in cui la scuola ha visto smarrire sempre di più il suo ruolo, anche, appunto, a causa di programmi scolastici annacquati, ora si cerca di correre ai ripari per arginare il cosiddetto “analfabetismo funzionale”, quello, tra l'altro, di cui ci si accusa vicendevolmente nei commenti sui social, ignorando che frequentemente, chi attribuisce all'interlocutore questa condizione, ne è vittima egli stesso.
Lo studio dell'Ocse
La sveglia era giunta dall'Ocse un annetto fa, quando, in occasione dell’Indagine sulle competenze degli adulti, è emersa una realtà ben poco edificante.
Risulta che un adulto su tre in Italia è appunto in condizioni di “analfabetismo funzionale” mentre uno su due incontra gravi difficoltà nel “problem solving”. Detta semplice, gli italiani ben più dei cittadini degli altri paesi industrializzati, fanno fatica a capire un testo scritto e a fare un minimo di ragionamento matematico. Più precisamente, il 25% del campione esaminato riesce a comprendere testi se brevi e organizzati in modo chiaro. Si tratta del cosiddetto livello 1. Il 10% comprende solo frasi brevi e lineari. Parlando con rispetto, siamo al modello TikTok.
Per quanto riguarda la matematica, sempre secondo il medesimo rapporto, per carità. Un quarto degli italiani fa calcoli semplici di base ma se già il ragionamento prevede un ulteriore passaggio, c’è il vuoto mentre l’11% oltre ad una semplice addizione di piccoli numeri non riesce a portare a termine. Siamo quindi in totale ad un terzo degli italiani che è sotto il livello 1 indicato, appunto, come il confine per l’analfabetismo funzionale.
Ignoranza stazionaria
C’è un elemento di conforto che però, visto diversamente, è un’indicazione di peggioramento.
I risultati, confrontati con la stessa indagine realizzata un decennio addietro, sono analoghi. Non siamo peggiorati, ma ahimè, neppure migliorati.
Le nuove indicazioni di Valditara
In questo contesto, giungono le novità introdotte dal Ministro dell’Istruzione del Merito, Giuseppe Valditara, nelle nuove Indicazioni Nazionali per le scuole del primo ciclo. Va detto che latino e poesie a memoria non sono scaturite dal Ministro ma dal lavoro di una commissione di esperti che ha indicato lo schema generale del cambiamento cui si sono aggiunte le audizioni di associazioni di genitori, studenti e docenti.
E fra le novità che fanno più discutere, appunto, le poesie a memoria alle elementari, lo studio della storia, partendo dalla lettura della Bibbia e dai classici epici, maggiore attenzione alla musica e poi il vero e proprio colpo di scena: il ritorno del latino alle scuole medie, non un obbligo, ma una scelta facoltativa dalle famiglie. E ancora, la geografia, una specie di Cenerentola che finora anonimamente inglobata nella storia, torna ad avere una sua dignità. Vedi mai che si torni a sapere qual è il capoluogo del Molise.
Immediate le contestazioni
Inutile dire che le reazioni non sono state tutte positive. L’Unione degli studenti è già salita sulle barricate: “Valditara vuole una scuola reazionaria e conservatrice” e la segretaria del PD Elly Schlein rincara la dose: “Valditara è fuori dal tempo, sembra rimpiangere in maniera neanche troppo celata un tempo di bacchettate sulle mani, orecchie d’asino e ceci sotto le ginocchia”.
L'analfabeta funzionale è uno di noi
E allora che fare? Restare nella condizione di analfabetismo funzionale? Che, si badi, è molto peggio dell'analfabetismo in sé perchè l'analfabeta ha coscienza della sua condizione mentre l'analfabeta funzionale ne è del tutto inconsapevole, è, come ha scritto un lettore pubblicato su Tuttoscuola, uno di noi: “E' il vicino o la vicina di casa e, poiché il 62,7% degli italiani tra i 25 e i 64 anni di età ha almeno un titolo di studio di scuola secondaria (contro il 79,3% della media Ue, l’84,8% della Germania e l’82,2% della Francia), è legittimo ipotizzare che sia l’impiegato in comune, il responsabile della ditta che ha effettuato i lavori, il poliziotto, la carabiniera, l’ufficiale dell’esercito, il sacerdote, o anche, senza scandalizzare, l’insegnante del liceo”.
Quindi il latino non è molto, ma è già tantissimo.