lineaitaliapiemonte.it | 16 dicembre 2024, 09:37

Torino è la provincia più cassaintegrata d'Italia. La preoccupazione della UIL, «la produzione industriale in Italia è più di un campanello d’allarme»

In tutto il Piemonte nei primi nove mesi di quest'anno la domanda di CIG è cresciuta del 54%, peggio hanno fatto solo Lombardia Veneto e Emilia Romagna

Torino è la provincia più cassaintegrata d'Italia. La preoccupazione della UIL, «la produzione industriale in Italia è più di un campanello d’allarme»

TORINO - In Piemonte, da gennaio a settembre 2024, sono state richieste 33.551.869 ore di cassa integrazione, in aumento del 60% rispetto allo stesso periodo del 2023 e 855.644 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps. Complessivamente sono state utilizzate 34.407.513 ore di ammortizzatori sociali (+54,5%).

Lo dicono i dati del Servizio Lavoro Coesione e Territorio della UIL Nazionale che a livello nazionale ha registrato un totale di 362.076.539 ore autorizzate, con un incremento del 18,8%.

Il Piemonte è la quarta regione per ore richieste, dopo Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. 

I numeri per provincia

L’andamento nelle province piemontesi, considerando solo le ore di cassa integrazione, nel confronto tra i primi nove mesi del 2024 e del 2023, è stato il seguente: Biella +188,2%, Novara +148,7%, Torino +87%, Asti +41,3%, Vercelli +33,6%, Verbania -6,7%, Alessandria -10,1%, Cuneo -35%.

Torino, con 20.973.757 ore, è, di gran lunga, la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Milano e Vicenza. 

La posizione della UIL

I dati relativi alle richieste di ore di cassa integrazione confermano dunque lo stato di sofferenza del tessuto produttivo piemontese, maggiore rispetto al resto del Paese.

«Le transizioni in atto impattano particolarmente sul settore dell’automotive, investendo, oltre che l’unico produttore di veicoli, anche l’intera filiera della componentistica, a rischio di sopravvivenza per quasi metà delle imprese. Proprio in questi giorni aumentano le preoccupazioni di un possibile effetto domino indotto dagli annunci di licenziamenti che bisogna immediatamente bloccare con l’intervento del Governo» l'analisi del segretario generale di Uil Piemonte Gianni Cortese.

La situazione - dicono ancora dalle segreteria del sindacato - dovrebbe indurre la Commissione Europea a valutare attentamente il percorso del Green Deal e le misure necessarie per accompagnarlo. «La produzione industriale in Italia, giunta all’ennesima battuta d’arresto è più di un campanello d’allarme, che richiede scelte governative strategiche non più rinviabili, per preservare la nostra manifattura, ancora seconda per importanza in Europa e ottava nel mondo» conclude ancora Gianni Cortese.