lineaitaliapiemonte.it | 16 dicembre 2024, 12:21

Industria, Api: “La crisi peggiore degli ultimi decenni. A rischio interi comparti”

“Peggio che all'epoca Covid, non è una crisi congiunturale ma strutturale, l'industria a Torino ha prospettive ridotte ai minimi termini”. Così Fabrizio Cellino, presidente API Torino, di fronte ai dati dell’ultima analisi congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Associazione. Gli interventi da mettere in cantiere subito

Industria, Api: “La crisi peggiore degli ultimi decenni. A rischio interi comparti”

“Non è esagerato pensare che di fronte a dati di questo genere le prospettive dell’industria a Torino, e in particolare di quella manifatturiera, siano davvero ridotte ai minimi termini. Non siamo davanti ad una crisi congiunturale ma strutturale, della quale, tra l’altro, non si vede la fine. E’ peggio che all’epoca del Covid”. E’ il primo commento di Fabrizio Cellino – Presidente API Torino – di fronte ai dati dell’ultima analisi congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Associazione. Cellino aggiunge: “E’ evidente che con dati di questo genere accanto a progetti di medio-lungo termine servono interventi rapidi e decisi. Per l’automotive e la manifattura in particolare, serve un piano simile al PNRR. Occorre piena consapevolezza e responsabilità da parte di tutti: non ci possono essere divisioni tra destra e sinistra, tra grandi e piccole imprese”.

Gli interventi da fare subito

Cellino quindi elenca alcuni interventi da mettere in cantiere subito: moratoria sugli interessi per gli investimenti già effettuati per adeguarsi al green deal, rifinanziamento dei contratti di sviluppo, misure per la ricapitalizzazione delle imprese, immediata forte riduzione del cuneo fiscale, modifica delle regole sugli ammortizzatori sociali. Necessarie anche misure per alleviare la pressione economica a cui sono sottoposte le imprese come la deducibilità totale degli interessi passivi per il conteggio dell’IRAP e la concessione alle imprese, che hanno realizzato investimenti dopo il Covid, di un contributo per mitigare l’effetto negativo della crisi.

A rischio interi segmenti industriali

Il Presidente di API quindi sottolinea: “Dobbiamo essere tutti consapevoli che, in mancanza di misure adeguate, si fa sempre più concreto il rischio di veder scomparire interi segmenti industriali, un orizzonte nel quale si profilano la perdita di un grande patrimonio umano e tecnologico e la distruzione di numerosi posti di lavoro”.

Nei primi sei mesi 2025 una nuova crisi

“Le previsioni per i prossimi sei mesi confermano una nuova crisi, non locale, con caratteristiche che la distinguono dai cicli congiunturali sfavorevoli o recessivi del passato, perché contiene elementi strutturali di forte discontinuità, prima di tutto la crisi d’identità che sta attraversando la manifattura europea”, dice Fabio Schena, responsabile dell’Ufficio studi che ha condotto l’indagine.

Produzione, ordini e fatturato in contrazione

Per circa il 50% delle imprese i livelli di produzione, ordini e fatturato continueranno a contrarsi nei prossimi mesi. In particolare, i livelli di produzione - già esigui - sono attesi in calo per il 58,2% delle imprese.

Imprenditori pessimisti

Il grado di fiducia degli imprenditori è ampiamente negativo, con un saldo «ottimisti-pessimisti» pari a -28,1%. Le filiere della Mobilità, dell’Industria e delle Costruzioni risultano continuare ad essere quelle maggiormente esposte, segnando saldi pari a -47,3% (Manifattura), -52,9% (Industria) e -37,5% (Costruzioni).

Investimenti e ammortizzatori sociali

Ad oggi, solo il 31,9% delle imprese ha in programma nuovi investimenti. Per i prossimi mesi è atteso un ulteriore e deciso aumento fino al 37,2% delle imprese degli ammortizzatori sociali.

Com'è andato il 2024: ordini, fatturato, produzione in contrazione per un'azienda su due

I pessimi dati per il 2025 arrivano dopo un 2024 già di grandi difficoltà. Nel secondo semestre dell’anno che si sta per chiudere, i livelli di ordini, fatturato e produzione sono in contrazione per oltre il 50% del campione. Complessivamente: saldo Ordini: -27,6% (contro il precedente -16,7%); saldo Fatturato: -28,2% (contro il -20,9% del semestre precedente). Per le imprese manifatturiere la situazione risulta particolarmente drammatica, nonché atipica: il secondo semestre del 2024 si chiude, infatti, con il saldo sui livelli di Produzione pari a -43,6%, poiché appena il 19,2% delle imprese ha incrementato la Produzione mentre per il 62,8% si è contratta. Persiste la contrazione degli investimenti per tutto il 2024.

Redazione