Editoriali | 03 dicembre 2024, 09:56

Auto, ora non si può più sbagliare: l'automotive è ancora importante e va difeso. Di Mino Giachino*

Dimissioni Tavares, la crisi di oggi nasce dalla infausta decisione europea, votata dal PD, di puntare tutto e solo sull’auto elettrica. Ora ci può essere l’occasione per rivedere la politica europea fallimentare degli ultimi anni. Ma non si può più sbagliare

Auto, ora non si può più sbagliare: l'automotive è ancora importante e va difeso. Di Mino Giachino*

Le dimissioni di Tavares l'ex ad di Stellantis e la crisi che sta toccando pesantemente la Wolkswagen possono  essere l’occasione per rivedere la politica europea fallimentare degli ultimi anni nel settore . Mi auguro che vi sia responsabilità da parte di tanti che in questi anni hanno sbagliato scelte e giudizi. Ne va del nostro lavoro e delle nostre aziende. Ora viene rivalutato molto Marchionne che non voleva scommettere tutto sull’auto elettrica.

Il settore auto altrimenti chiamato la “fabbrica delle fabbriche” perchè le migliaia di componenti di cui si compone l’auto viene  prodotta da migliaia di aziende che insieme ai concessionari di vendita e alle decine di migliaia di officine meccaniche e carrozzerie compongono il grande sistema dell’automotive e ha avuto ricadute importanti sul nostro sistema economico e sociale.

Il settore dell’auto ha trainato la ripresa industriale, economica e sociale della Europa occidentale semidistrutta dalla seconda guerra mondiale creando migliaia di aziende dell’indotto . Il 30% del sistema automotive italiano ad esempio è in Piemonte dove 125 anni fa nacque la FIAT.

Torino, la città più bombardata, ha avuto il suo rilancio grazie al settore auto e alla costruzione di una rete di autostrade e trafori autostradali importantissimi. Il settore ha generato un sistema di ricerca importante tanto è vero che tutti gli esperti e i grandi politici del dopoguerra hanno sempre difeso il centro Ricerche della FIAT e il sistema ingegneristico dell’indotto .

Come tutti i settori il destino delle aziende dipende moltissimo dalla qualità dei suoi manager e dagli imput degli azionisti. Noi abbiamo pagato tantissimo l’errore di Gianni Agnelli di puntare su Romiti mandando a casa Vittorio GHIDELLA che aveva portato la Fiat ad essere la prima per quota di mercato in Europa.

La crisi di oggi nasce dalla infausta decisione europea (votata dal PD e appoggiata da Lorusso) di puntare tutto e solo sull’auto elettrica. La riduzione per non dire il blocco delle vendite delle auto tradizionali sta creando effetti pesantissimi sui produttori a partire dalla Wolsfagen ma anche in Stellantis e nelle aziende dell’indotto . Difficoltà già emerse in alcune aziende e in altre cui vengono  annullati ordini importanti.

Qui si paga anche la incompetenza di tanti politici .Ricordo che nell’ultima Legge di Bilancio di Draghi non vi era un euro per il settore. Nessuno disse nulla, partiti e sindacati. L’unico che si mosse fu il sottoscritto e dalla mia proposta assorbita dalla Mozione Molinari nacque il fondo di 8,7 miliardi . Quei fondi sono serviti a tenere un po su la domanda negli ultimi tre anni. Tavares che era stato molto duro sui costi delle aziende italiane non ha saputo trovare un accordo con il Ministro Urso che per la prima volta era disponibile a impiegare i soldi del fondo auto a patto che si aumentasse la produzione di auto in Italia, unico modo per difendere il settore dell’indotto.

Ora non si può più sbagliare a partire da John Elkan che ha ereditato dal nonno la guida del gruppo ma anche la piemontesita’ della FIAT cui questo terra e tutto il Paese hanno dato molto .

*Mino Giachino, Si Tav, Sì Lavoro