Una premessa personale. Come secondo lavoro (non retribuito) da molti anni ho cercato di declinare una nuova idea organizzativa che superasse in parte il modello in essere, il cosiddetto “gerarchico funzionale”, che utilizziamo da sempre. Da oltre un decennio IA è diventata una componente fondamentale del mio studio, alla quale ho assegnato il ruolo di supporto nel controllo. Sia chiaro, il mio è puro velleitarismo culturale, oltretutto di un privato.
Comunque, appena in tempo, a novant’anni ho finalmente concluso lo studio; nel 2025 lo andrò a presentare in giro per l’Italia, senza alcun secondo o terzo fine, ma solo in base agli inviti che riceverò, iniziando da Torino e da Piacenza.
L’idea forte dello studio è stata quella di mettere al centro delle leadership presenti in ogni struttura di potere del XXI secolo una declinazione innovativa del concetto di delega, per incidere, in modo radicale, sui processi decisionali, rendendoli meno strutturati e, quindi, più veloci. Come noto, la delega limite per noi umani è rappresentata da quella che diamo al medico anestesista prima di entrare in camera operatoria. Lo autorizziamo ad addormentarci, ma senza poter avere la certezza, al di là della statistica, che il risveglio ci sarà.
In questo nuovo schema organizzativo sono quattro le parole (Leadership, Selezione, Formazione, Delega) che assumono significati e configurazioni concettuali profondamente diversi rispetto al modello organizzativo del CEO capitalism oggi dominante.
Al proposito, mi hanno incuriosito le prime mosse di Trump 2.0. Mi sono chiesto se intendesse o meno modificare in profondità il modello organizzativo della Casa Bianca e, in seconda battuta, del Partito Repubblicano, del quale ormai si è impossessato, avendolo di fatto “scalato” con i voti dei cittadini. Come sarà la cosiddetta transition? La solita sostituzione nominativa di qualche migliaia di burocrati in posizioni intermedie o anche qualcos’altro, in termini non solo nominativi ma di modello organizzativo futuro? Per esempio, ha deciso di avere solo collaboratori di fedeltà totale, visto che i pieni poteri (legali) li avrà solo per due anni, ed è alla sua ultima presidenza.
Leggo di un fantomatico “Commissario per l’efficienza governativa”. Questo potrebbe essere un convenzionale incarico di spending review ovvero ben altro se affidato a un personaggio come Elon Musk. Anzi, potrebbe essere il ruolo strategico più importante dell’intera Amministrazione, perché potrebbe andare a incidere sui meccanismi più profondi della gestione del potere, modificandone le assumption basilari.
E qui arriviamo alla domanda delle domande: il ruolo di Elon Musk quale sarà? Quello del genietto Jinn della lampada? Quella del Lord of Change che irradia magia grezza? Ma anche qualcos’altro che si avvicina all’idea organizzativa di cui sopra? Dai suoi primi atti capiremo se c’è un disegno: una burocrazia con metastasi di potere diffuse, come quella creata dai dem americani in trent’anni di lavoro capillare, non la puoi certo eliminare se non con modalità “innovative”.
Poi c’è una seconda domanda, altrettanto importante, nella quale mi sento culturalmente molto coinvolto (nei primi quarant’anni sono stato plebeo in purezza, nei successivi cinquant’anni diventai patrizio di complemento, presto dovrò decidere in quale spicchio del cimitero di Torino essere sepolto). Alla luce dell’attuale realtà ha ancora un significato, in Occidente, dividerci fra destra e sinistra, fra conservatori e progressisti, fra repubblicani e democratici? Con la scomparsa della classe media, la fine dell’ascensore sociale (fui uno degli ultimi a prenderlo) soprattutto quando i cosiddetti diritti umani e sociali sono patrimonio di tutti, ma non le relative opportunità, offerte di fatto solo al patriziato, che succede?
Ci stiamo avviando (a nostra insaputa?) verso il ritorno a due sole classi: il patriziato (i plebei colti, al massimo possono essere precettori-mentori dei loro figli) e la plebe. Se così fosse i partiti politici verrebbero stravolti nelle loro attuali configurazioni (per esempio, i plebei di destra e di sinistra scoprirebbero di avere gli stessi interessi-obiettivi). Così la società civile.
Ci rendiamo conto che per noi europei è suonata la sveglia, visto che questa volta gli americani hanno veramente deciso di voltare pagina, liberandosi per sempre dell’ignobile woke & cancel culture! Allora che fare? E in Europa chi è deputato a decidere il futuro se non i cittadini tutti? Prosit!
*Riccardo Ruggeri, operaio Fiat per 40 anni poi Ceo di New Hollande, manager, imprenditore, giornalista, editore, scrittore.
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