lineaitaliapiemonte.it | 06 novembre 2024, 17:19

Trump 47esimo presidente Usa, in Italia il mondo politico ed intellettuale diviso fra entusiasmi, perplessità e allarme

“Stanotte abbiamo fatto la storia” sono le prime parole del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump quando la vittoria è ormai certa ed è una storia che entusiasma alcuni e allarma altri. Ecco i commenti a caldo, affidati ai social, da alcuni esponenti politici ed intellettuali. Saviano: “Senza regole per i social nessuna democrazia è più possibile". Veneziani: "Popolo batte establishment"

Trump 47esimo presidente Usa, in Italia il mondo politico ed intellettuale diviso fra entusiasmi, perplessità e allarme

“Lotterò per ogni cittadino, per ogni famiglia, ogni giorno lotterò con tutte le forze, non mi fermerò mai finché non avremo reso l’America forte prospera e sicura come i nostri figli meritano e che voi meritate. Sarà davvero un’età dell’oro per l’America, è una vittoria magnifica per il popolo americano che ci consente di rendere l’America grande di nuovo”. Sono le parole che il rieletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, pronuncia sul palco del Convention Center di Palm Beach nella notte quando i voti degli Stati decisivi per la vittoria sono ormai certi,

Ma nel mondo politico e intellettuale italiano all’entusiasmo degli uni corrisponde l’allarme degli altri.

L'augurio di buon lavoro di Giorgia Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è la più istituzionale : “A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni “sorelle”, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente”.

Salvini: ora l'Europa si svegli

Decisamente un entusiasmo più manifesto quello espresso dal leader della lega Matteo Salvini che dedica alla vittoria di Trump più di un post, mettendo sull'avviso l'Europa: “ E ora speriamo che anche qualcuno a Bruxelles si accorga che i temi della sicurezza, del lavoro e del contrasto all’immigrazione clandestina sono centrali. Magari non per i “vip”, ma per i Popoli sì”.

E ancora: “Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli USA vincono buonsenso, passione e futuro!Pace, lavoro, sicurezza e libertà: quando i popoli si muovono fanno la storia. Avanti tutta”. Sulla sua bacheca il ministro dei Trasporti mostra anche una foto che lo ritrae con Elon Musk: “Viva la Democrazia e la partecipazione, viva la libertà di pensiero e di parola contro ogni censura e oppressione!

Forza Elon, forza Donald!”

Tajani: grande manifestazione di democrazia

Più contenuto l'intervento, sempre via social, del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Auguri di buon lavoro al 47^Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Lavoreremo al meglio con la nuova amministrazione, anche per il bene dell’Europa, del Mediterraneo e dell’Africa. Congratulazioni al popolo americano per questa grande manifestazione di democrazia”

Schlein e Bonaccini: una brutta notizia per l'Europa e per l'Italia

Ma, non solo entusiasmo, si diceva. Anzi, non mancano commenti di segno del tutto opposto.

Se la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di un evento commenta con i giornalisti: “L'Elezione di Trump negli Stati Uniti è una brutta notizia per l'Europa e una brutta notizia per l'Italia. Non solo perché anche in questi ultimi giorni ha dichiarato di nuovo la sua ostilità verso l'Unione europea, ma anche per quello che ne conseguirà in termini di politiche economiche", il presidente del partito, Stefano Bonaccini, interviene sulla sua pagina facebook affermando che “Trump ha vinto nettamente solleticando di nuovo paure, insultando chi non la pensi come lui e agitando autoritarismo. Ora per l’Europa si aprono scenari di grande incertezza, di fronte ad una nuova autarchia americana, con Trump che ci ha indicato come avversari. Ma è proprio nei momenti più difficili che servono lucidità e determinazione. Verrebbe da dire: non sia la volta buona che ci si svegli, comprendendo che serve una Europa con politiche economiche, fiscali, sociali e di difesa comuni. Per chi crede nell’Europa delle libertà, delle democrazie, dei diritti e delle opportunità e’ il momento di rimboccarci le maniche come non mai. Ricordando che temi come lavoro e sicurezza, meglio sicurezze, sono decisivi per non piegare il voto verso le paure. E che serve crescita sostenibile, ma crescita, per redistribuire a chi ha meno. Così come mai disgiungere le battaglie per i diritti civili da quelli sociali”.

Calenda: tempi cupi

Tempi cupi anche quelli previsti da Carlo calenda, leader di Azione che contrassegnado il post con la scritta “L'Europa adesso” scrive: “Ora l’Occidente vive la sua ora più buia. Separato, indebolito e incapace di ricostruire una leadership fondata sui valori che ne avevano fatto il punto di riferimento di chi desiderava vivere in un sistema libero e giusto.

L’#Europa, se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la #Russia, scardinando la #NATO e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità - #Orban in primis - che non vogliono un’Europa più forte. Siamo soli e siamo divisi. Per chi come noi ha sempre creduto nell’idea di un Occidente forte, persuasivo e capace di tutelare la democrazia liberale nel mondo, è davvero un brutto momento, indubbiamente il peggiore dal fine della seconda guerra mondiale”.

Salis: ora ci vuole radicalità

Elezioni che mostrano la necessità di scelte radicali, secondo Ilaria Salis , europarlamentare di Avs: “Nella battaglia tra miliardari "reazionari" e "liberali", sono dunque i primi a essere riusciti a conquistare i voti popolari. Se la destra detta l’agenda e l’opposizione la fa il centro anziché un'alternativa di vera sinistra, allora la sconfitta è assicurata. Per vincere ci vuole coraggio, chiarezza, radicalità".

Il mondo intellettuale riflette la stessa cesura.

Saviano e il ruolo dei social

Allarmato per il destino della democrazia lo scrittore Roberto Saviano che sottolinea il ruolo dei social, definiti come una fogna, nella vittoria di Trump: “Senza regole per i social nessuna democrazia è più possibile. Aver permesso che l’attenzione fosse ridotta a 8 secondi, che le news implodessero nella superficialità più ridicola, aver dato spazio, centralità e autorevolezza a qualsiasi nullità con una manciata di follower (spesso comprati, quindi bot)… tutti esperti di tutto ha distrutto la democrazia. Il dibattito politico spostato sui social è stata la sua esecuzione. Si, ovviamente la responsabilità della vittoria di Trump non può essere data solo ai social (…). Nuovi social devono nascere nuove regole essere date, trasparenza imposta. Social e web lasciati senza regole hanno permesso Trump. La fogna di Twitter (nel frattempo è diventato X), di Facebook, Instagram e TikTok lasciata senza regole, senza competitor europei. La tv era meglio? No, ma diversa, finanche plurale. I giornali migliori? No, sempre portatori di interessi, ma l’abbandono da parte dei lettori era possibile e la linea controllabile. Abbandono che si è ormai quasi del tutto consumato. I quotidiani chi li legge più? Nei social, in questi orrendi social sei inchiodato e incosapevole di come funzionino. Cosa ci resta? Far saltare la fogna dei social? Cambiarli? E come? Dalla periferia italiana, poi?”

Veneziani: popolo batte establishment

La fa molto più breve lo scrittore e saggista Marcello Veneziani che ribalta del tutto il Saviano-pensiero: “Popolo batte establishment. Alla fine il Ciuffo più insolente d’America ha battuto tutti, proiettili, attentati, processi, marchette, hollywood, poteri, campagne mediatiche, annunci di catastrofe. La gente vota senza sentire il mainstream, anzi vota contro il manistream, il woke e tutto il resto. Non ne può più. Noi non amiamo affatto Trump ma tifavamo per lui contro le oligarchie. E il primo risultato è aver zittito l’arroganza della setta che domina nei media anche da noi. Nei prossimi giorni faremo un’analisi più ragionata. Per ora godiamoci la sconfitta dell’Harris club. Donald li ha trumpati”.

Pro Vita: avanti con il diritto universale a nascere

Infine ottimismo e speranza sono espressi dal Movimento pro Vita e Famiglia. Antonio Brandi, presidente dell'associazione affida alla vittoria di Trump la sconfitta “per l’agenda radicale su aborto e gender promossa dalla presidenza Biden e sponsorizzata da VIP e media mainstream schierati con Kamala Harris in campagna elettorale. Il movimento Pro Life americano ha inoltre vinto battaglie cruciali in Florida, Nebraska e Sud Dakota, dove sono stati bocciati gli emendamenti costituzionali per estendere la legislazione pro-aborto. Il risultato delle elezioni americane incoraggia Pro Vita & Famiglia a continuare in Italia l’impegno per il diritto universale a nascere e per tutelare bambini e adolescenti dai danni dell’ideologia Gender, senza farci intimidire dall’assordante propaganda trans-femminista e LGBTQ, minoranza nell’opinione pubblica. Il cambio di rotta negli USA deve infondere ora più coraggio politico al Governo italiano sul fronte di misure più decise per la vita, la famiglia e la libertà educativa”

Redazione