lineaitaliapiemonte.it | 01 novembre 2024, 09:31

Come Halloween, importiamo anche le zucche

Oltre che importare festeggiamenti che non ci appartengono, retaggio di tradizioni pagane con teschi, mostri, scheletri e chi più ne ha più ne metta, in sostituzione di una festa cristiana che è proprio l'opposto (festa di Tutti i Santi protettori che con pazienza non indifferente vigilano su noi poveri e indegni mortali), importiamo pure le zucche. Dall'Africa. Ma non è un problema di razzismo. Come spiega Coldiretti Piemonte

Come Halloween, importiamo anche le zucche

Oltre che importare festeggiamenti che non ci appartengono, retaggio di tradizioni pagane con teschi, mostri, scheletri e chi più ne ha più ne metta, in sostituzione di una festa cristiana che è proprio l'opposto (festa di Tutti i Santi protettori che con pazienza non indifferente vigilano su noi poveri e indegni mortali), importiamo pure le zucche.

E come fa male la festa, festa si fa per dire, di Halloween, che inneggia alla morte invece che alla vita, pure le zucche importate potrebbero fare male. O meglio, non è detto che non lo facciano.

E sì perche, come sottolinea Coldiretti, quest'anno il calo produttivo (in Piemonte sono 1000 le aziende che producono zucche) soprattutto in altre Regioni d’Italia, ha portato all’incremento delle importazioni di zucche dall’estero, che nei primi sette mesi dell’anno sono cresciute del 38%, raggiungendo un totale di 15 milioni di chili, di cui circa due terzi provenienti dall’Africa.

E chè, abbiamo un problema di etnie di zucche?

In realtà il razzismo nei confronti delle zucche africane non c'entra ma più prosaicamente la questione interessa le sostanze usate per la coltivazione che potrebbero fare parte di quelle non consentite in Europa, perchè non sicure o decisamente dannose.

Si dirà: c'è l'indicazione, obbligatoria, di provenienza, per cui possiamo facilmente rassicurarci sull'etnia della zucca scendone una italiana.

Non è così semplice perchè l’indicazione dell’origine è obbligatoria solo sulle zucche fresche intere, non sulle zucche tagliate o trasformate (come nelle zuppe o nei semi): ciò rende difficile per i consumatori individuare l’autentico prodotto italiano.

Nè si può pensare di escluderle dall'alimentazione, specie invernale: le zucche hanno qualità organolettiche elevate ed una polpa ricca di antociani e sostanze antiossidanti grazie alle forti escursioni termiche tra la notte e il giorno. Si sta poi affermando anche in Italia una nuova tendenza, questa almeno non demoniaca: il “pumpkin patch”, il campo di zucche da visitare.

“E' essenziale puntare a un prodotto di qualità Made in Piemonte” , affermano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale. “Il modo migliore per essere sicuri della genuinità del prodotto acquistato, è rivolgersi ai produttori locali, direttamente in azienda o presso i mercati di Campagna Amica diffusi in modo capillare in Piemonte. In questo modo è possibile avere conferma della tracciabilità del prodotto e garanzia di qualità, onde evitare il rischio di portare a tavola zucche provenienti da paesi dove non vigono le stesse regole e controlli”.

Insomma, occhio alle zucche, soprattutto se vuote...

P.C.