TORINO - Sono 403 gli immobili confiscati alla mafia e assegnati in Piemonte, altri 902 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati e in attesa di destinazione. A livello nazionale c’è stata una crescita degli immobili gestiti: si è passati dai 975 del 2020 ai 3.900 del 2023.
Questi i numeri illustrati in commissione Legalità del Consiglio regionale dal dirigente Simona Ronchi dal funzionario di polizia Roberto Bellasio, rappresentanti della sede milanese dell'Agenzia, che ha competenza per tutto il nord Italia.
La situazione in Piemonte
In regione il comune che ha il maggior numero di beni assegnati è Cassano Spinola (AL) a cui è stata destinata un’intera tenuta con vitigno dove esiste un progetto per riprendere la produzione. Segue Torino con 49 unità.
Ciò che preoccupa molto i comuni - hanno proseguito i due dirigenti - sono le questione urbanistiche, perché tantissimi immobili sono parzialmente o totalmente abusivi, in Piemonte ci sono parecchi casi.
A una domanda posta dal presidente Domenico Rossi sulla capacità degli enti del terzo settore di gestire beni di particolare pregio, come il castello di Miasino (foto), l'Agenzia ha illustrato l’esperienza positiva della Lombardia che ha creato un «modello di coinvolgimento dei vari attori del territorio» che accompagna i comuni nelle diverse fasi. Questo ha portato, ad esempio, all’attuale ristrutturazione della masseria di Cisliano (Mi), grazie all’accesso a diverse linee di finanziamento.
Pochi fondi
Alla consigliera Elena Rocchi che ha chiesto maggiori informazioni sulle risorse a disposizione per la gestione di un così grande numero di beni ancora i funzionari dell'Agenzia hanno chiarito che i fondi sono pochi e il bene viene gestito il tempo necessario per arrivare alla destinazione, mentre è migliorato il funzionamento della struttura grazie a un aumento del personale passato da quattro a 18 incaricati.