lineaitaliapiemonte.it | 15 ottobre 2024, 10:38

Imprese piemontesi, prudenti e preoccupate per il quarto trimestre 2024

Manifatturiero in sofferenza con indicatori in calo e cassa integrazione in aumento anche a causa delle tensioni sui mercati internazionali che penalizzano l'export. Fermi i nuovi investimenti, timore per aumenti energetici e delle materie prime, nell'industria aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali. Terziario continua la crescita iniziata nel post pandemia. Bene l'alimentare (tradizionalmente anticiclico). Sono i dati che emergono dall' indagine trimestrale realizzata a settembre da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte. Marco Gay, presidente Unione Industriali Torino: “Ci troviamo ad affrontare una difficoltà più profonda, legata alla frenata delle economie tedesca e francese e le incertezze geopolitiche ed infrastrutturali”

Imprese piemontesi, prudenti e preoccupate per il quarto trimestre 2024

Il clima di fiducia delle imprese piemontesi per il IV trimestre del 2024, così come emerge dalla consueta indagine trimestrale realizzata a settembre da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, riflette preoccupazione per la complessa situazione geopolitica ed economica globale.

Dopo i segnali di rallentamento registrati a giugno, le attese delle oltre 1.340 realtà manifatturiere e dei servizi che costituiscono il campione dell’indagine, si confermano prudenti.

Indicatori negativi

Gli indicatori per produzione, ordini e redditività si attestano su valori negativi. In ulteriore calo anche le previsioni sulle esportazioni. Per la prima volta si azzera la tradizionale forbice dimensionale, che vedeva le grandi imprese esprimere attese più positive, rispetto a quelle di minori dimensioni.

Manifattura in sofferenza, terziario crescita

Tuttavia, va notato che, come avviene da oltre un anno, il dato complessivo piemontese è sintesi di un andamento settoriale divergente. Da un lato il comparto manifatturiero, in sofferenza, con indicatori in calo e cassa integrazione in aumento, soprattutto in alcuni settori. Dall’altro, un terziario che prosegue la crescita iniziata dopo la pandemia, ed esportando poco non è toccato delle tensioni sui mercati internazionali.

A livello complessivo la maggioranza delle imprese tende a rimandare gli investimenti aggiuntivi, mantenendo quelli programmati. Aumentano le aziende che temono una crescita dei costi energetici, mentre non calano i costi attesi di materie prime e logistica. Tasso di utilizzo degli impianti e tempi di pagamento restano stabili, varia poco il carnet ordini. Aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, soprattutto nell’industria, ma per ora non diminuisce l’occupazione.

A livello settoriale, nell’industria si registrano andamenti diffusamente in calo, con la sola eccezione di alimentare (tradizionalmente anticiclico), edile e cartario grafico, che esprimono attese positive. I saldi ottimisti - pessimisti sono sotto la media regionale per tessile, metalmeccanica, gomma plastica, chimica e manifatture varie (gioielli, giocattoli, ecc.).

Nel terziario, come già nelle scorse rilevazioni, tutti i comparti esprimono attese favorevoli, ad eccezione di trasporti, commercio e turismo; bene, in particolare, ICT e servizi alle imprese.

Le attese per le imprese torinesi

Le attese delle imprese torinesi, pur registrando un rallentamento, risultano più favorevoli rispetto a quelle dell’intero campione piemontese, almeno per alcuni indicatori. Le previsioni di occupazione e produzione sono ancora positive anche se, differenziando per settore, si osserva una dicotomia tra un terziario in espansione e una manifattura ancora in rallentamento.

Come per il Piemonte, restano negative le previsioni sull’export, con scambi commerciali resi difficoltosi dal rallentamento dell’economia tedesca e dalle guerre commerciali in atto tra USA, Cina ed Europa. La crisi di Stellantis e dell’automotive impatta sull’utilizzo della cassa integrazione e sulla propensione ad effettuare investimenti aggiuntivi. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. Cala la redditività, analogamente a quanto osservato a livello regionale.

Marco Gay: siamo in presenza di una difficoltà più profonda

Il presidente di Unione Industriali Torino, Marco Gay: «Mai come oggi è necessaria la massima attenzione e considerazione di tutte le segnalazioni e risposte che arrivano dalle imprese. Rispetto agli ultimi anni infatti, prima il Covid, poi il caro energia ed infine i drammatici conflitti in corso da una parte e la capacità di insistere nelle filiere nazionali ed internazionali dall'altra hanno spiegato gli andamenti della fiducia delle imprese, mentre ora ci troviamo ad affrontare una difficoltà più profonda, legata alla frenata delle economie tedesca e francese e le incertezze geopolitiche ed infrastrutturali. In questo contesto, è rilevante garantire la piena efficienza del piano Transizione 5.0, che finalmente muove i primi passi, insieme a un'accelerazione della fase decisiva per il PNRR e ai grandi progetti infrastrutturali. Si tratta di tre condizioni che, insieme al bisogno di innovazione, possono fungere da volano per non far rallentare ulteriormente la fiducia delle imprese, e cogliere più rapidamente l'auspicata ripresa dell’economia europea nel 2025, anche grazie al calo di tassi e dell'inflazione».

Andrea Amalberto: scenario troppo instabile, prevale prudente attesa

Andrea Amalberto, presidente Confindustria Piemonte: «Una maggioranza più larga del solito delle imprese interpellate in questa indagine non si esprime, non sono né ottimiste, né pessimiste. Assumono in maniera ridotta e ricorrono limitatamente alla cassa integrazione, investono con ritmi più contenuti del solito. Prevale una prudente attesa, non tanto verso i contenuti della manovra economica, quanto verso uno scenario mai così instabile. Il voto americano alle porte è solo l’ultima variabile geopolitica, che si innesta su una twin transition che sta frenando a livello europeo e globale, colpendo anche i Paesi che sono i nostri principali partner. Tutto ciò non incide sulla competitività presente e futura delle nostre imprese, che già guardano al piano Industria 5.0 con interesse, così come dimostrato dalla crescita del settore ICT e dei servizi alle imprese. Uno sforzo che dovrebbe portare a una ripresa sia del mercato interno che dell’export verso i molti mercati dove il Piemonte è già presente, ma soprattutto laddove i margini di crescita non sono ancora stati completamente esplorati».

Redazione