lineaitaliapiemonte.it | 12 settembre 2024, 16:49

Mirafiori, produzione ferma un mese ma chi vuole può comprare la Maserati scontata: se non hanno pane mangino brioches

Ilarità e sconforto per la mail ricevuta dai dipendenti Stellantis in cui si annuncia la possibilità di acquistare modelli Maserati a prezzi scontati. Intanto Mirafiori si ferma fino all'11 ottobre. La Fiom: “Il livello dello scontro si alzerà inevitabilmente con conseguenze imprevedibili"

Mirafiori, produzione ferma un mese ma chi vuole può comprare la Maserati scontata: se non hanno pane mangino brioches

La comunicazione ai sindacati da parte della direzione Stellantis è giunta, non inaspettata, oggi: ennesimo stop produttivo per Mirafiori, specificatamente da venerdì 13 settembre all'11 ottobre.

A rischio il sistema produttivo torinese

La preoccupazione è massima e i sindacati la esprimono a chiare lettere: “Qua si rischia il tracollo del sistema industriale torinese, Mirafiori ha la febbre altissima e l’indotto, di conseguenza, sta morendo”, afferma Edi Lazzi , segretario Fiom Torino.

Così pure dipinge il quadro Gianni Mannori responsabile per la Fiom di Mirafiori: “Siamo a livelli di schizofrenia assoluta. Stellantis chiede ai lavoratori di andare negli stabilimenti polacchi e francesi, ma parallelamente a Mirafiori arrivano addetti da Termoli, Cassino, Melfi e Pomigliano. Poi mandano mail per incentivare l’acquisto di Maserati da 200 mila euro a persone che ne guadagnano 1.200 al mese. E intanto la cassa integrazione continua inesorabilmente con un ennesimo stop produttivo di un intero mese. Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa integrazione”.

Preoccupazione per la pace sociale

La questione, viste la gravità e le dimensioni, rischia di avere dei preoccupanti risvolti sociali come annuncia ancora Lazzi: “Informalmente gli industriali si lamentano con noi, sarebbe invece utile che anche loro ci mettano la faccia e si espongano sulla questione. Il livello dello scontro si alzerà inevitabilmente con conseguenze imprevedibili”.

Preoccupazione per l'indotto

Dello stesso tono le dichiarzioni di Rocco Cutrì e Igor Albera, responsabili Fim Cisl che sottolineano come la comunicazione di sospensione delle produzioni per tutti i modelli assegnati a Mirafiori sia da leggere come un segno preoccupante per tutto il comprensorio industriale torinese del Gruppo e per l’indotto: “Ci troviamo di fatto in una condizione di alternanza tra poca produzione e nessuna produzione con utilizzo strutturale di Ammortizzatori Sociali ed un costante ridimensionamento. La possibilità di assorbire alcuni lavoratori in altri enti, attualmente più produttivi, rappresenta un utile ripiego ma certamente non una soluzione. Guardiamo con preoccupazione alla gestione delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Occorre che l’Azienda compia ogni possibile sforzo per anticipare il più possibile l’attuazione del progetto 500 ibrida”.

Il “bonus” Maserati

Senza dire poi del bonus Maserati, “quanto meno una modalità comunicativa sbagliata e controproducente che inevitabilmente genera ilarità e fastidio, aggiungono i sindacalisti.

Su quest'ultima questione l'azienda ha comunicato che la mail citata dai sindacati risponde ad una richiesta degli stessi lavoratori Maserati ai quali parenti o conoscenti si sono rivolti per sapere se potevano avere condizioni più favorevoli.

Pentenero (Pd): no al lavoro a chiamata

Nel mondo politico si legge la stessa preoccupazione: “Lo stop per un mese della produzione a Mirafiori da parte di Stellantis ‘per mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa’ è una decisione molto più preoccupante rispetto a quanto Stellantis stia descrivendo”, afferma la presidente del gruppo regionale Pd Gianna Pentenero. “Non possiamo accettare - continua - che il lavoro diventi un’attività a corrente alternata dipendente solamente dalle oscillazioni del mercato. Un lavoro a chiamata in base agli ordinativi destabilizza lavoratori e lavoratrici, imprese dell’indotto e non consente di programmare sviluppo vero per tutto il territorio. Se, come conferma anche Stellantis, esiste una profonda ‘difficoltà per tutti i produttori, soprattutto europei’, e come dimostra anche la situazione di Volkswagen in Germania, è bene che i Governi e le principali aziende si interroghino sul futuro industriale del settore automotive per tutto il continente”.

Redazione