Editoriali | 15 novembre 2023, 22:14

Torino, piazza Foroni: lasciate ogni speranza voi che entrate?

La manifestazione inscenata dagli ambulanti del Goia, condivisa dall'Ubat, nell'area del mercato di piazza Foroni, Barriera di Milano, ha il merito di puntare il dito su una realtà che si trascina da anni senza trovare soluzione. Ma non solo ambulanti: in strada sono scesi anche i residenti che, letteralmente, non sanno più a che santo votarsi. E descrivono una sorta di girone infernale, indegno della nostra città

Torino, piazza Foroni: lasciate ogni speranza voi che entrate?

La situazione è chiara fin dall'inizio, fin da quando arrivi con l'auto e alle tre, dicasi tre, di pomeriggio, sei titubante nel parcheggiare e fare cento metri a piedi. E dire che conosco la zona, me ne sono occupata giornalisticamente così tante volte che non le conto, cambiavano le amministrazioni, c'erano i tavoli per la sicurezza, politica e istituzioni dichiaravano qualcosa e quando ci ritornavo si era al punto di partenza: degrado, furti, spaccio e oscenità varie.

Ma ora, dopo un po' di tempo che non la frequentavo, la situazione mi pare anche peggio. Su corso Palermo stazionano, in occasione della manifestazione, camionette della polizia, al centro del corso ci sono i vigili urbani eppure, poco più in là, ad ogni angolo, nelle vie circostanti che percorro alla ricerca di un parcheggio, ci sono grappoli di personaggi nel fiore degli anni con l'aria di stare in attesa, che scrutano i movimenti, o almeno questa è l'impressione, e mi demotivano fortemente dal fermarmi.

Vogliamo l'esercito”

E forse non sbaglio. I racconti delle persone scese in strada, esasperate, sono tutti uguali, a partire dagli ambulanti che hanno la disgrazia di dover svolgere, loro malgrado, il ruolo di baluardo di legalità, o quel che ne resta, nelle ore di mercato, quando devono stare attenti alle borse dei clienti che vengono scippati, alla merce rubata, ai furgoni che, se li lasciano parcheggiati un po' più in là, vengono aperti e svuotati, alle minacce se si ribellano. Non è vita, diciamo la verità. E non è lavoro. Ma meno male che ci sono loro, dicono i residenti. “Se non ci fosse il mercato qui sarebbe terra di nessuno, abbiamo visto tante passerelle ma nulla di fatto, vogliamo l'esercito” dice senza mezzi termini Giancarlo Nardozzi, presidente e fondatore del Goia. “E-s-e-r-c-i-t-o” scandiscono i presenti. C'è anche il presidente della Circoscrizione 6 che con questa realtà si confronta quotidianamente: “Riceviamo ogni settimana centinaia di mail che denunciano il degrado”.

Furti, botte, spaccio, prostituzione e fuochi d'artificio

Che succede dunque quando il mercato non c'è ? Tra esasperazione e paura di essere riconosciuti, “perchè poi voi ve ne andate ma io e i miei figli qui ci viviamo”, l'insieme delle testimonianze dipinge un quadro allarmante.

Ci sono i furti e il timore a camminare per strada, non solo di sera, che non se ne parla neppure, ma anche di giorno. E lo capisco perchè è la sensazione che ho appena avuto. C'è lo spaccio, ovunque, ci sono i clienti in astinenza che arrivano e sono fuori dalla graziadiddio. Ci sono le risse, grida, botte e coltellate. Si fanno i fuochi d'artificio. I fuochi d'artificio? “Sì, li fanno per avvertire quando arriva la droga, lo sanno tutti”. Ah, ecco: lo sanno tutti. C'è la prostituzione: ragazze e donne disperatamente in cerca di droga si vendono per poco più che nulla, contro i muri delle case, dietro ai furgoni: “Al mattino presto, prima che arrivino gli ambulanti, le vedo dal balcone, non si preoccupano di niente, sono disposte a tutto”. E siamo a quattro fermate da Palazzo Civico, sottolinea Vincenzo Torraco, presidente degli ambulanti di piazza Foroni. Proprio vero che le periferie non sono necessariamente quelle geografiche.

E c'è persino di peggio

“C' è una festa?” Me lo chiede Amina mentre attraversa la piazza spingendo il passeggino. “No, è una manifestazione di protesta contro la situazione di questa zona”. E' perplessa: “Ah, sì, ormai è una brutta zona. Ma non credo che serva. Ho tre figli piccoli ma quando saranno adolescenti come faccio a farli vivere qui? Lo sa cosa succede un po' più in là, in via Leoncavallo?” Pensavo di aver già compilato l'elenco dell'alienazione: “No, cosa succede in via Leoncavallo?” Amina mi indica più in là, in fondo alla via: “Ci sono bambini che fumano”. Fumano? In che senso? Cosa fumano? “Fumano droga, sono piccoli, avranno sugli 11- 12 anni, li ho visti più volte”. Amina, va da sé che il nome è di fantasia, le parole invece no, dice che se ne vorrebbe andare via. “Via dove? Via dall'Italia?” Mi sorride: “Sono marocchina, ho fatto tanti sacrifici per vivere in Italia, per la famiglia. Per me c'è solo il Marocco e l'Italia. Speriamo che facciano qualcosa”. Ecco sì, speriamo.


Patrizia Corgnati