Il SAP, sindacato autonomo di Polizia, non ci sta e rigetta con forza l'ordine del giorno approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 9 ottobre scaturito dagli incidenti accaduti a Torino lo scorso 3 ottobre in occasione della visita della premier Giorgia Meloni, in città per partecipare al “Festival delle Regioni”.
Il documento, dal titolo “Manifestare è un diritto, non un pericolo per l’ordine pubblico da reprimere con la forza”, presentato da Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), è stato approvato dalla Sala Rossa, con 22 voti favorevoli e 1 astenuto.Si tratta di un testo che invita Sindaco e Giunta comunale ad attivarsi presso il Prefetto e il Questore per “richiedere che la gestione dell’ordine pubblico a Torino venga effettuata nel rigoroso rispetto dei limiti di legge per ciò che concerne l’uso della forza, da dispiegarsi soltanto in caso di effettiva necessità e in modo proporzionato”.
“Prendiamo atto con grande sconcerto dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Torino in merito agli incidenti avvenuti il 3 ottobre. Un ordine del giorno figlio del pregiudizio e della valutazione di immagini decontestualizzate, che vogliono rappresentare ciò che realmente non è accaduto”. Sostiene il SAP attraverso il suo segretario generale, Stefano Paoloni.
“Il compito delle forze dell’ordine è consentire a tutti di manifestare pacificamente e senza armi, evitando anche che siano limitate le libertà altrui. Per questo motivo nel tavolo di ordine e sicurezza pubblica vengono previste le modalità per esercitare il diritto di manifestare. Le forze dell’ordine, ha ricordato Paoloni, hanno il dovere di intervenire se i limiti previsti per lo svolgimento della manifestazione vengono superati. Alla manifestazione in oggetto hanno preso parte anche i professionisti del disordine mescolati tra gli studenti con un’unica finalità: scatenare pretestuosamente incidenti al fine di elevare l’attenzione nei riguardi della manifestazione stessa. Notoriamente le tecniche sono molteplici tra cui il lancio di oggetti, ma soprattutto il tentativo di superare i cordoni delle forze dell’ordine per manifestare in zone non autorizzate. Spiace che la politica caschi nel tranello dei professionisti del disordine, grave, invece sarebbe, se fatto con coscienza e volontà”. “Nei giorni successivi a Torino hanno manifestato altri giovani ma non è successo nulla, perché hanno rispettato le regole previste e hanno potuto liberamente manifestare ed esprimere le proprie opinioni”, ha concluso il segretario generale del SAP.