Messaggi in bottiglia | 26 luglio 2023, 16:38

Se l'informazione è gratis, i lettori sono il prodotto. E la stampa “libera”? Io speriamo che me la cavo...

Fino a una quindicina di anni fa l'informazione era pagata da noi utenti per cui, visto che appunto la pagavamo, era abbastanza plurale, abbastanza indipendente, abbastanza corretta. Poi, con l'avvento di internet, l'informazione ha continuato ad avere i suoi costi ma noi non la pagavamo più: la paga la politica o gli interessi privati che fanno il bello e cattivo tempo, imponendo la linea ai giornalisti. E i lettori? Come si dice, se ti danno un prodotto gratis, il prodotto sei tu

Se l'informazione è gratis, i lettori sono il prodotto. E la stampa “libera”? Io speriamo che me la cavo...

Nel marketing c'è una regola molto famosa: "Se un prodotto ti è offerto gratis, vuol dire che il prodotto sei tu".

Questa norma si applica anche all'informazione, che è un prodotto molto costoso.

Fino a una quindicina di anni fa i costi dell'informazione erano sostenuti da chi ne fruiva, o direttamente pagando il prezzo dei giornali in edicola, oppure per via indiretta tramite i messaggi pubblicitari che poi trasferivano sempre a noi il loro costo, gravando sul prezzo dei prodotti della nostra quotidianità.

Pagandola, riuscivamo ad avere un'informazione plurale, abbastanza indipendente, e in linea di massima, corretta.

Salvo rare eccezioni gli editori non imponevano rigide linee editoriali, i direttori delle testate erano sufficientemente liberi di dare la loro impronta ai giornali, e pur da punti di vista diversi, le notizie riportate erano sempre rispondenti ai fatti.

In quel periodo la scuola giornalistica italiana produsse grandissimi professionisti dell'informazione, che pur nelle loro differenti inclinazioni, anteponevano la loro professionalità al credo politico, o agli interessi di parte.

Certo la faziosità non mancava ma si esprimeva su argomenti marginali. Chi voleva notizie corrette sulla Fiat non leggeva di sicuro La Stampa, e chi comprava l'Unità lo faceva per finanziare il partito, ma se voleva informazioni vere acquistava anche il Corriere della Sera.

Insomma: un'informazione pagata dagli utenti, è assai più probabile che sia un'informazione indipendente .

Internet ha cambiato le cose.

L'informazione alla fonte continua ad avere i suoi costi, anzi, sono perfino aumentati, ma a valle è diventata gratuita, e dove non lo è spesso è informazione rubata.

Vengono quindi a mancare le risorse per mantenere indipendente una macchina ora troppo esposta ai diktat di chi la finanzia, siano essi il Governo e la politica che lo controlla, o i privati per loro esclusivo interesse.

In questo gioco, i giornalisti non possono che subire questi diktat, perchè non dipendono più dai loro lettori, ma solo da chi li paga, anzi, i lettori sono diventati un optional: sono diventati "il prodotto".

Sul mercato c'è una regola ferrea, ogni investimento deve produrre un utile. Ora è chiaro che l'investimento nell'editoria oggi non può produrre utili diretti, quindi se Cairo, o la Famiglia Agnelli, o i Berlusconi, o perfino la stessa politica tramite il Governo (in questo caso usando soldi nostri), investono nell'informazione è perchè l'utile gli deriva da fattori più subliminali, quali notorietà, diffusione del pensiero, e non ultimo il condizionamento degli utenti.

Per raggiungere gli scopi gli editori, reali od occulti che siano, manipolano sempre più l'informazione, fino a renderla confusionaria ed inattendibile.

Ormai la stampa è talmente polarizzata che trasformare una notizia distorta in realtà è facilissimo, basta che venga rilanciata all'unisono dagli organi di informazione più accreditati, silenziando nel contempo ogni voce critica.

Questo è reso possibile perchè ogni contrapposizione è stata soffocata dal venir meno dei proventi minimi per tenerla in vita.

Le testate davvero indipendenti sono ormai pochissime, si dibattono senza risorse tra mille difficoltà sorrette solo dalla passione di qualche giornalista serio ed obiettivo ma si riducono a flebili sussurri oscurati dalla grancassa dei media orientati.

Questa che mi fa l'onore di ospitare i miei liberi pensieri é una testata indipendente che ancora sopravvive nel mare burrascoso dell'informazione distorta, per amore di una professione nobile, indispensabile ad un mondo davvero libero, eppure incredibilmente sacrificata con superficialità disarmante dalla società moderna.

Un apprezzamento a chi ci lavora con tanta fatica scarsamente ricambiata, mantenendosi intellettualmente onesto, e mettendoci impegno e passione, è a mio avviso doveroso.

Marco Corrini, analista di marketing