lineaitaliapiemonte.it | 12 luglio 2023, 16:47

Terzo trimestre 2023: nel manifatturiero piemontese si raffreddano le attese, va molto meglio nei servizi

L'Unione Industriali Torino presenta l'indagine congiunturale relativa alle attese per il terzo trimestre di quest'anno: frena il comparto manifatturiero, clima peggiorato per produzione e ordini, dati ancora positivi su investimenti e minimo ricorso alla cassa integrazione. Diversamente, nel terziario tutti i saldi sono positivi e in miglioramento rispetto al trimestre scorso

Terzo trimestre 2023: nel manifatturiero piemontese si raffreddano le attese, va molto meglio nei servizi

Emerge cautela, nelle previsioni delle imprese piemontesi per il terzo trimestre dell’anno, dai dati dell’indagine congiunturale effettuata nel mese di giugno da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccogliendo le valutazioni di oltre 1.200 realtà manifatturiere e dei servizi.

Raffreddamento delle attese

Rispetto a marzo, quando gli indicatori avevano segnalato un netto miglioramento del clima di fiducia, grazie soprattutto al rallentamento dell’inflazione e della dinamica dei costi di materie prime ed energia, si assiste oggi a un raffreddamento delle attese, riconducibile alla netta frenata del comparto manifatturiero, cui però si contrappone il miglioramento del comparto dei servizi.

Luci e ombre

Restano comunque molto robusti gli indicatori a consuntivo, a conferma del fatto che siamo ben lontani dal prefigurare una svolta negativa del ciclo congiunturale. L’utilizzo della CIG scende al di sotto del 6% e nei servizi, in particolare, è di fatto azzerato. Il tasso di utilizzo degli impianti resta attestato intorno a un livello di pieno utilizzo. Stabile la redditività; tengono gli investimenti, su livelli elevati. Si attenuano ulteriormente le pressioni sui costi degli input. Si riduce la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro.

Analisi per settori

A livello settoriale, il terzo trimestre segna una decisa divaricazione tra le valutazioni di manifattura e servizi. In particolare, rallenta la metalmeccanica e soprattutto la meccatronica, che mantiene tuttavia un saldo positivo tra attese di aumento e riduzione di produzione e ordini. Al contrario, nei comparti non-meccanici il saldo scende al di sotto del punto di equilibrio, per effetto soprattutto della svolta recessiva di tessile-abbigliamento e carta-grafica.

Bene l’alimentare, reggono gomma-plastica, legno, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il terziario, in tutti i comparti i saldi sono decisamente positivi e in quasi tutti i casi si rafforzano rispetto a marzo.

Torino meglio del Piemonte

Anche le aspettative delle aziende torinesi per il terzo trimestre 2023 risultano più prudenti rispetto alla rilevazione di marzo. Le attese per produzione, ordini e occupazione, pur rimanendo positive, hanno registrato un assestamento di una decina di punti percentuali.

Come già per il Piemonte, è ampia la divaricazione tra manifattura (decisamente in frenata) e servizi (ancora in espansione). Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione che si avvicina al minimo storico; stabile il tasso di utilizzo delle risorse (vicino al pieno utilizzo). Resta alta la propensione a investire: un quarto delle imprese ha programmi di investimento di un certo rilievo. Circa un terzo delle imprese ha ordini garantiti per oltre 6 mesi. Positiva la redditività, soprattutto nel terziario. Si attenuano le pressioni sui costi degli input; nell’industria cala il prezzo dell’energia.

Rispetto alla media regionale, gli indicatori torinesi sono complessivamente più favorevoli; nel caso delle attese su produzione e ordini, i saldi tra previsioni di aumento e riduzione sono superiori di circa cinque punti. Il più favorevole dato sul territorio del capoluogo è spiegato dal maggior peso dei settori con aspettative più positive, a partire dall’automotive.

Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino:

«La nostra indagine previsiva di giugno rileva con estrema sensibilità i segnali di un rallentamento della manifattura a livello mondiale ed europeo, oltre che locale. Significativi sono il raffreddamento delle attese su produzione e ordini e il calo dell’export, che segue peraltro un lungo periodo di robusta crescita. Altrettanto puntuale è inoltre la rilevazione dell’asimmetria tra manifattura e servizi: anche in questo caso, si tratta di un elemento comune a gran parte delle economie avanzate.

Nelle ultime settimane abbiamo potuto registrare segnali di tenore opposto. In particolare, positiva è l’attenuazione delle pressioni sui costi, a partire dall’energia. Sull’altro piatto della bilancia c’è la persistenza dell’inflazione (l’Italia è al secondo posto in Europa), che condiziona la politica monetaria e dunque il livello dei tassi di interesse.

Preoccupa l’atteggiamento conflittuale del nostro Paese verso l’Europa, emerso nel caso del MES e del PNRR, con il controverso pagamento della terza rata. Come ha ribadito anche il Governatore della Banca d’Italia, il PNRR deve restare una priorità assoluta e uno strumento determinante per rilanciare la crescita nazionale».

Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte:

«Le attese delle nostre imprese restano positive. Siamo al dodicesimo trimestre di crescita consecutiva dei tre indici principali per l'economia Piemontese: l’utilizzo degli impianti, +12,8% in tre anni; investimenti, +11,5% rispetto a dopo la pandemia; occupazione, con una crescita di 26,3 punti nel saldo ottimisti pessimisti. Un percorso che anche grazie alla riduzione del costo dell’energia, sta agevolando i programmi di sviluppo, come dimostra il ricorso alla Cig ai minimi storici.

Nella lettura delle previsioni dei nostri associati sono percepibili i timori legati ai due nostri principali mercati di riferimento, Germania e Francia. Così come pesano inflazione e aumento dei tassi.

Oggi più che mai diventa quindi ancora più urgente un piano Industria 5.0, che razionalizzi e stabilizzi gli incentivi esistenti per gli investimenti, consentendo alle imprese di programmare a medio-lungo termine. Integrando questo programma nel PNRR con il supporto alle Pmi tecnologiche del piano europeo Sure 5.0, avremo anche messo basi importanti di supporto all’accelerazione dei percorsi formativi e di aggiornamento professionale. La crescente richiesta di competenze, legata alle transizioni in atto, è la chiave per aumentare produttività e attrattività delle nostre aziende e del nostro territorio».

Redazione