Gli italiani hanno speso quasi 4 miliardi in più per mangiare ma a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare le quantità acquistate. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dall’Unione Nazionale Consumatori su dati Istat sull’andamento dell’inflazione a giugno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo Istat che evidenzia un aumento dell’11,2 % dei prezzi dei prodotti alimentari, superiore al dato medio dell’inflazione che è scesa al 6,4%.
Tutti a caccia di prezzi bassi
Secondo Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale, le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Prova ne è il risultato dei discount: un ulteriore elemento che evidenzia la difficoltà in cui si trovano, appunto, le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando, sottolineano i responsabili di Coldiretti, anche alla qualità.
I rischi speculazione
Non manca poi il problema speculazione, responsabile in alcuni settori dei forti aumenti. Ad esempio è il caso del riso, che ha fatto registrare un aumento del 32,4% dei prezzi al consumo. Secondo gli agricoltori è in atto una vera e propria speculazione con un insostenibile crollo delle quotazioni nelle campagne che ha costretto la Coldiretti a disertare le borse merci in segno di protesta.
Per le aziende agricole anche il problema climatico
La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dagli effetti del cambiamento climatico che mette a rischio le coltivazioni e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori.
Necessari accordi di filiera
“Occorre – concludono da Coldiretti - lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.
La preoccupazione per gli oltre 3 milioni di poveri
Non manca poi la preoccupazione per gli oltre 3,1 milioni i poveri che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari per un totale, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Fead, di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi. Ce n'è più che a sufficienza per essere allarmati.