La morte di Silvio Berlusconi mi risveglia ricordi che giacevano pacificamente sepolti da tre decenni.
Era il '93, credo. Giovane giornalista di televisioni locali avevo a che fare, oltre che con cronaca, arte, economia, e chi più ne ha più ne metta, con la politica. La quale ultima non mi attraeva così profondamente trovandone a tratti piuttosto incomprensibili le dinamiche; questioni sociali, poveri, umili e oppressi erano per me (lo sono ancora) motivo di ben maggiore interesse. Così quando mi sono trovata, in una sorta di curioso gruppo vacanza,su un pullman per Arcore ero null'altro che incuriosita. Ma facciamo un salto indietro.
Com'è andata che sono finita sul pullman per Arcore
Mi era capitato di intervistare un noto personaggio, piuttosto anticonformista e senza dubbio intelligente, pur se di quella intelligenza esplosiva che a taluni può a volte risultare fastidiosa. Era il periodo che avevo scoperto la Storia d'Italia di Montanelli e ne leggevo avidamente i volumi. Nei vari backstage era capitato che ci confrontassimo, seppur in modo estemporaneo, su quei libri e probabilmente ne evinse una mia certa tendenza politica. Nelle letture vado a periodi per cui leggere Montanelli non era, in realtà, indicatore di qualsivoglia mia inclinazione. Ma tant'è, il personaggio in questione non poteva saperlo e mi mise in contatto con chi a Torino faceva “scouting” per identificare figure che facessero poi parte della futura Forza Italia. Ovviamente non sapevo che quello era il fine, si vociferava appena di un possibile nuovo movimento o partito di Silvio Berlusconi, erano voci e informazioni che si rincorrevano in modo ancora non ufficiale, né certamente facevo parte del cerchio di coloro che avevano informazioni più dettagliate.
Il primo contatto
La curiosità però c'era, altrimenti farei un altro mestiere, e incontrai in un bar del centro chi sul territorio si occupava di tessere la tela per il nuovo partito. Persona ammodo e cortese, ricordo che fra le prime domande mi chiese se avevo preclusioni nei confronti dell'allora Lega Nord. Non ne avevo e glielo dissi anche se, a onor del vero, a quel punto, curiosa di capire oltre, avrei risposto così comunque.
Le riunioni carbonare
Mi invitò, chiedendomi riservatezza, ad una riunione del neonato movimento, o nascituro, non so a quale punto fossero in quel momento le cose. La riunione era nella sede Fininvest alla Crocetta. Era di sera e andai con la sensazione di partecipare ad un incontro un po' carbonaro. E in effetti era così, ci si guardava ancora con un misto di sospetto e intesa. Ricordo che il coordinatore della riunione chiese a tutti di dichiarare la propria fede anticomunista. Inutile dire che a quel punto, pur di vedere dove si andava a finire, avrei dichiarato qualsiasi cosa.
Destinazione Villa San Martino, Arcore
Da lì a pochi giorni mi ritrovai sul pullman, uno di quelli che in quel periodo percorrevano l'Italia in direzione Arcore. 40/50 persone circa, l'aria per lo più di professionisti, alla volta di Villa San Martino che al tempo era la residenza di un ricco signore che aveva lasciato trasparire le proprie velleità politiche e ancora non era nota alle cronache per altri motivi...
Ad Arcore ci fecero scendere nel giardino e poi attraversare la villa, una di quelle antiche con le stanze che si susseguono una dopo l'altra, più che una casa un museo. In un salotto riconobbi, insieme ad un gruppetto di persone , un noto personaggio televisivo. Si giunse così ad una sala in cui era allestito un rinfresco. Poi fummo accompagnati in quella che se fosse una villetta a schiera si chiamerebbe tavernetta ma va da sé che dovete pensare a qualcos'altro. Mi pare ci fosse anche uno schermo tipo cinema ma non sono sicura, certamente c'erano file di sedie come una sala convegni.
Devo dire la verità, ho una memoria davvero lontana di quella giornata.
Arriva Berlusconi
Ad un certo punto arriva Silvio Berlusconi. Non so esattamente cosa ci disse ma ho il ricordo che fosse molto gioviale, molto sorridente, sembrava proprio contento di avere in casa sua questo gruppo di persone. L'atmosfera tra i presenti era elettrizzata. Una signora, elegantissima, una che si trovava sul pullman, gli si avvicinò e cominciò a sdilinquirsi in complimenti esagerati. Trovavo la cosa imbarazzante. In seguito ebbe una discreta carriera politica.
Era il momento di accomodarsi. Una maestranza ci disse che a Berlusconi avrebbe fatto sicuramente piacere se le donne presenti, eravamo meno di una decina, si fossero sedute in prima fila. Magari voleva essere un gesto di cavalleria ma io, già allora, pensai che era una stupidaggine.
Berlusconi prese a raccontare del suo progetto, delle cose in cui credeva, dei pericoli che correva il Paese. Non ricordo i contenuti ma la convinzione con cui venivano esposti era grande, era ispirato.
Al ritorno mi diedero un passaggio in macchina tre dei presenti che in seguito avrebbero ottenuto uno scranno parlamentare: parlavano come se avessero avuto il seggio in mano. Credo che, lestamente, a margine dell'incontro, fossero già riusciti a prendere accordi. Diciamo la verità: non tutti costoro erano fulmini di guerra e alcuni furono meteore, per fortuna.
Io, presente ad un pezzetto di Storia, tornai a casa.