Bisogna che qualcuno dica la verità. E la verità è che nei vari Ministeri delle Finanze stanno stappando da mesi Champagne d'annata. Al di là delle prese di posizione ufficiali di Governi e Istituti centrali che i media, poco competenti di Economia, sono indotti a riprendere pari pari nel riportare a memoria la litania "l'aumento dell'inflazione fa aumentare i prezzi, i costi dei mutui e i rifinanziamento del debito pubblico e bla bla e bla bla", quella corrente è una situazione da sogno per i debiti pubblici e questo spiega come mai gli Istituti centrali facciano solo finta di combattere l'inflazione, essendo evidente anche a una persona semplice come il sottoscritto come alzare i tassi d'interesse (a colpi dello 0,75%) a "ben" il 2% per combattere un'inflazione al 12% (e arriverà entro gennaio vicino al 14%) è come voler abbattere un elefante con uno stuzzicadenti.
Premesso che la causa originale della fiammata inflattiva è l'immensa massa di liquidità immessa nel sistema finanziario del "decennio a tassi zero e negativi" per salvare alcune banche sistemiche, che se si fossero lasciate fallire avrebbero creato con il loro crack danni molto minori di quelli causati dal dissennato (ma politicamente spiegabile in termini di gestione del potere) rimedio, mentre l'aumento dei prezzi dell'energia a causa della guerra russo-ucraina è meramente "l'innesco", se si volesse fermare l'inflazione bisognerebbe portare da un giorno all'altro i tassi d'interesse fra il 10% e il 15%.
Eh, ma così, ti dice il banchiere centrale, si blocca del tutto l'Economia! E, infatti, è l'unica cosa da fare, quella di bloccare l'Economia per qualche mese se vuoi davvero fermare l'inflazione (che tu, Istituto centrale, hai causato per quanto suddetto). Se no te la tieni, cosa che invero agli Stati, attualmente indebitatissimi, va più che bene. Si pensi al nostro Debito pubblico, che sotto il precedente "Governo dei Migliori" ha visto raggiungere il record assoluto attuale nominale di 2.798 miliardi( Ist. Bruno Leoni: https://lnkd.in/dtpWaC65). Con un'inflazione al 12%-15%, pur pagando tassi di rifinanziamento non più a costo zero o giù di lì come fino un anno fa ma del 3%, anche 4%, ogni anno il Debito pubblico in termini reali calerà del 10%, il che vuol dire che il rifinanziamento del prossimo anno, che ammonta a un intorno di 300/400 miliardi, sarà praticamente gratis (e se la "faccenda" durasse per ipotesi 4 anni tutti i debiti pubblici statali si troverebbero dimezzati).
Gratis per lo Stato ma a carico dei cittadini (recupereranno qualcosa solo i possidenti di beni reali come gli immobili, che si rivalutano parimenti all'inflazione, o di titoli di Stato indicizzati all'inflazione stessa, così come gli azionisti di imprese sane cosiddette "value", poco indebitate o i possessori di talune opere d'arte e commodities se connotate da un mercato stabile e liquido ), ovviamente, visto che in Finanza il saldo fra chi guadagna e chi perde è sempre pari.