Cronaca | 13 giugno 2022, 19:42

“Salviamo i mercati”. Domenica 18 settembre protesta degli ambulanti e dei loro clienti

I gruppi organizzati Goia-Fenapi, Ubat e Aval contro fisco opprimente, delocalizzazioni e mancate tutele. Si chiede una riforma globale del settore

Giancarlo Nardozzi, presidente mazionale del Goia, e Gregory Massa, consulente tecnico direttivo nazionale Goia Fenapi. Il Goia-Fenapi protesta con Ubat e Anval e invita in piazza per domenica 18 settembre anche le famiglie clienti

Giancarlo Nardozzi, presidente mazionale del Goia, e Gregory Massa, consulente tecnico direttivo nazionale Goia Fenapi. Il Goia-Fenapi protesta con Ubat e Anval e invita in piazza per domenica 18 settembre anche le famiglie clienti

“Giù le mani dai mercati”. E’ un grido di allarme quello che lancia il Goia-Fenapi, Gruppo Organizzato Indipendente degli Ambulanti e del micro-commercio, ben conscio che per sopravvivere l’ambulantato richiede una seria riforma del settore. “Vogliono spazzarci via”, denuncia Giancarlo Nardozzi, presidente del Goia, che nasce a Torino, ma che conta ormai in Italia una delegazione per ogni capoluogo regionale. “Vogliono azzerarci con un fisco opprimente, con delocalizzazioni immotivate e ostacolandoci nei rinnovi delle licenze”. Il confronto è a tutto campo sul fronte governativo, regionale, comunale. “A oggi non possiamo neppure contare su regolamenti certi contro il proliferare dei centri commerciali, dalla concorrenza sleale del web e dalla piaga del commercio abusivo. Da tempo chiediamo tributi semplificati e unificati. Eppure il nostro è un servizio indispensabile per le famiglie, tanto più ora dopo l’emergenza Covid e in pieno regime di guerra. Ed è per questo che ora chiamiamo tutti, operatori e clienti a una protesta di piazza”. L’appuntamento è per domenica 18 settembre. Al Goia-Fenapi si uniscono le sigle Ubat, Unione dei battitori di Torino, e Aval, Associazione Venditori Ambulanti Liguri. “Cari italiani – si legge sul volantino che invita tutti alla mobilitazione – a noi stanno rubando il lavoro e a voi il mercato”. “La ribellione parte da Torino – prosegue Nardozzi –  e non potrebbe essere altrimenti, dal momento da qui abbiamo dato inizio alla lotta che ci ha fatto uscire dalla direttiva Bolkestein sulla concorrenza e sempre qui siamo riusciti a ottenere il pagamento della tassa giornaliera che riunisce suolo pubblico e immondizia, con economie di scala. La nostra azione toccherà comunque tutti i mercati d’Italia. Non possiamo più subire in silenzio l’attacco indiscriminato ai mercati”.

Tributi da riordinare

La riforma complessiva del settore – richiesta da tempo – non è più procrastinabile. Deve muoversi su più assi: fiscale, dei regolamenti e del sindacato stesso. Spiega Gregory Massa, consulente tecnico direttivo nazionale Goia Fenapi."Ci battiamo innanzitutto per il riordino dei tributi locali. La legge prevede già oggi il blocco degli aumenti delle tariffe previgenti, che non devono superare soglie massime. Ma numerosi Comuni non si adeguano. Il sospetto è che mirino esclusivamente a fare cassa. Gli stessi enti di riscossione dei tributi, che percepiscono una percentuale sulla raccolta, non contribuiscono a fare chiarezza. Tutto ciò è gravissimo e lo abbiamo segnalato al ministero competente".

Altro capitolo è quello dei tributi statali. Prosegue Gregory Massa: “Chiediamo semplificazioni anche nei regimi non forfettari. Una normativa che non ostacoli gli investimenti e incoraggi invece i giovani a fare impresa. Ce n’è tra l’altro bisogno con l’attuale penuria di lavoro".

Esigenza di una vera rappresentanza sindacale

E ancora il nodo della rappresentanza. “Non ci sentiamo difesi dalle sigle attuali – considera Massa – Formazioni che non conoscono i mercati e non ne esprimono le istanze”. Di qui la richiesta di dare direttamente agli operatori la facoltà di eleggere i propri delegati. "La legge del riordino del sistema camerale - ribadisce Massa - c'è ed esiste dagli anni ’90. Prevede da un lato la possibilità di voto e dall’altro l’eleggibilità di chiunque sia iscritto alla Camera di commercio. Di fatto non è mai stata applicata. Ma ora è il momento di dare finalmente voce alle piccole imprese".

Più tutele pensionistiche

Il Goia e le altre sigle chiedono anche più tutele pensionistiche. “Il nostro lavoro deve essere riconosciuto come mestiere usurante – puntualizza Nardozzi - Al mattino montiamo i banchi che è ancora buio. Soffriamo il freddo d’inverno e il caldo d’estate. Siamo esposti alle intemperie senza possibilità di difesa. La nostra è una fatica costante, che mette a dura prova la nostra salute e tenuta fisica. Il nostro servizio alla collettività deve pur godere di qualche premio”.

Furgoni sotto attacco

Non ultimo motivo di lagnanza è quello legato ai mezzi di trasporto. “Capiamo bene che l’inquinamento vada combattuto – considera il presidente del Goia - Ma non ci possono imporre di cambiare i furgoni ogni tre o quattro anni. Non riusciremmo neppure ad ammortizzarne i costi”. Del resto le distanze percorse sono sempre minime, da un quartiere all’altro o tra centri limitrofi. “Non siamo certo noi sui nostri camion a portare in città le polveri sottili".

Per gli ambulanti un unico regolamento nazionale

Più in generale si avverte prepotente la necessità di un regolamento nazionale. Precisa Gregory Massa: "L’ultima riforma del commercio ambulante risale al 1998, inserita nella cornice legislativa del decreto Bersani. Da allora a livello regionale e comunale sono state poi varate misure locali, che hanno dato però alle normative interpretazioni circoscritte al territorio. Le conseguenze sono state disastrose per il commercio. Ora come ora gli operatori patiscono incomprensibili differenze di trattamento da un Municipio all’altro, anche magari confinanti. Tutto mentre le disposizioni dovrebbero essere univoche e certe”. Non sono pochi gli ambulanti che operano in città diverse a seconda dei giorni della settimana. “Per loro è un rebus quotidiano”.

Mercati da salvare per difendere la spesa degli italiani

Per Nardozzi i trattamenti arbitrari avrebbero anche uno scopo preciso. "Mirano a far morire i mercati a tutto vantaggio delle vendite online e su grandi superfici. E tutto questo per imporre un monopolio sui prezzi". I conti, secondo Nardozzi sono presto fatti: “Se oggi una mela si vende a 50 centesimi al mercato, presto al supermercato ne costerà 1,50. Sarà più cara e anche meno fresca e gustosa, perché fatto maturare sui camion o nei magazzini di stoccaggio. È così che si vogliono tutelare le famiglie italiane?”.

Paola Cappa