La moneta Fiat non ha nulla a che vedere con la Fabbrica Italiana Automobili Torino, ma nel linguaggio economico, é la moneta cartacea inconvertibile, non ancorata a materie prime, generalmente accettata come mezzo di pagamento in quanto dichiarata a corso legale (detto anche forzoso) dallo Stato che la emette, indipendentemente dal suo valore intrinseco.
La moneta Fiat ha radici antiche, risale all'impero romano, ma nel 20mo secolo fu reintrodotta nel 1971, quando il presidente americano Nixon dichiarò superati gli accordi di Bretton Woods e il Gold Standard mettendo fine alla convertibilità in oro delle monete mondiali.
I vantaggi per gli USA furono notevoli, mantennero infatti il ruolo di riferimento nelle transazioni e di riserva valutaria mondiale del dollaro stabilito a Bretton Woods ma poterono stampare valuta come non ci fosse un domani, creando valore con la sola emissione di carta straccia, cosa che con la convertibilità in oro avrebbe comportato una svalutazione epocale.
Il 1971 fu lo spartiacque tra l'era dell'economia di mercato basata sulla produzione agricola ed industriale e quella del dominio della finanza che ha portato allo sviluppo di una nuova forma di economia, tutta virtuale, capace di soppiantare ed annichilire quella reale imperniata sulle necessità primarie vitali dell'essere umano e sui suoi bisogni accessori.
La dimensione virtuale della nuova economia é il motivo per cui, malgrado negli ultimi 10 anni, USA e UE abbiano stampato denaro in quantità industriali e monetizzato masse enormi di debito pubblico, l'inflazione é rimasta ancora relativamente bassa, specie negli ultimi 10 anni, grazie a tecnicismi finanziari con mercati inondati di liquidità farlocca.
La guerra in Ucraina però sta cambiando le cose e rischia di scatenare uno tsunami che potrebbe travolgere tutto il castello finanziario occidentale, ed in particolare proprio l'euro che potrebbe farne le spese.
Putin infatti ha risposto al tentativo di isolare finanziariamente la Russia cercando di spostare l'asse monetario mondiale dalla dimensione virtuale a quella reale.
Il mondo sta tornando a rendersi conto che per mangiare serve il grano, per cucinare serve il gas, e per costruire manufatti serve l'acciaio. Sembra banale ma in un pianeta dominato dall'onnipotenza della carta straccia, la gente lo aveva scordato.
Ora siamo di fronte ad un potenziale cambiamento epocale: la moneta potrebbe tornare a rappresentare un elemento reale, probabilmente, secondo le intenzioni russe, sarebbe agganciata alla disponibilità delle materie prime e questo rischierebbe di essere la vera Caporetto per la vecchia Europa.
Se infatti gli USA, con le loro relazioni consolidate, hanno sufficiente disponibilità di materie prime per sostenere la loro moneta, non é così per l'Europa che dipende quasi totalmente dall'estero.
In ogni caso, un simile sistema finirebbe per legare in modo indissolubile due grandezze: possesso di un paniere di materie prime, o comunque di un controvalore di riferimento, e massa monetaria sul mercato. Se si stampasse moneta senza aumentare la disponibilità del controvalore di riferimento, si creerebbe inflazione. In sostanza sarebbe la fine delle allegre alchimie finanziarie condotte da banche centrali ed istituti di credito.
Non so dire se sarà meglio o peggio, so solo che riportare la moneta a contatto con l'economia reale sarà comunque una buona cosa e sveglierà il mondo dall'ubriacatura finanziaria che lo ha condotto in uno stato di ipnosi collettiva.