Arte e cultura | 20 maggio 2022, 10:32

Tipologia di criptovalute rispetto al funzionamento in connessione alle blockchains. Di Paolo Turati*

I recenti fatti( e misfatti) dell’Ecosistema Terra-Luna che hanno fatto registrare notevoli “perturbazioni criptovalutarie” suggeriscono di proporre una disamina rispetto alle tipologie delle criptovalute rispetto al funzionamento in connessione alle Blockchains

Tipologia di criptovalute rispetto al funzionamento in connessione alle blockchains. Di Paolo Turati*

Premessa

Va innanzitutto premesso che la crisi in corso, in realtà, dimostra la “forza” relativa del Settore. Nella crisi precedente, quando nel 2017/18 Bitcoin scese da 18 mila e 5 mila e rotti dollari in pochissimo tempo la questione che ci si poneva era quella di cercare di capire se le criptovalute avrebbero continuato ad esistere: oggi l’interrogativo è quali permarranno sul Mercato in un contesto il cui le quotazioni si sono allineate (dopo periodi anche ampi di disallineamento) a quelle delle maggiori Borse mondiali, in specie dei settori tecnologici (con Bitcoin sceso qualcosa più del 40% e Nasdaq che ha perso poco meno del 40% dai rispettivi massimi) e, vieppiù, nel quale il calo delle quotazioni criptovalutarie non è indotto da una perdita di fiducia generale ma è tecnicamente spiegabile dalle difficoltà di operatori importanti come Terra-Luna e vari altri, molti dei quali che falliranno com’è normale in fasi di sviluppo come l’attuale, “selezionando” in modo darwiniano il mercato crypto com’è sempre accaduto nel vari mercati di tutte le ere.

Menù delle criptovalute

Ma vediamo qual è il “menù” odierno quanto a criptovalute.

1-Valute sovrane digitali( CBDC: Central Bank Digital Currencies). Ampie le sperimentazioni e i progressi in corso, fra cui in Stati quali l’Uruguay e la Svezia dove questo progetto è particolarmente attenzionato dal Governo.

La circolazione potrà essere realizzata, rispetto alla Banca centrale( CBDC) di ogni singolo Paese o coacervo di Paesi( come l’Area Euro), in modo diretto (emissione che arriva direttamente ai soggetti economici), indiretto (attraverso banche CDBC intermediarie) o ibrido.

2- Criptovalute tradizionali

Si tratta sostanzialmente di “gettoni premio” fungibili attributi dalle singole Blockchains ai “validatori” dei blocchi di informazioni digitali ivi immesse e rese immutabili con l’elaborazione di un algoritmo alfanumerico codificato complesso che esprime in “sicurezza crittografica” tutte le informazioni digitali contenute nello spazio (limitato in termini di dimensioni esattamente come lo è una pagina di un libro mastro analogico che, arrivati al fondo, va girata dopo aver elaborato il saldo di tutto quanto precede) digitale disponibile nel blocco più il codice crittografato del blocco precedente (che contiene a sua volta le sue informazioni digitali più il codice del blocco precedente ancora e così via) del medesimo blocco testé “chiuso”. In quanto fungibili le criptovalute sono scambiabili liberamente sulla Blockchain di “estrazione” e spesso, se sono riconosciuti come mezzi di pagamento validi erga omnes come Bitcoin o Ethereum, su varie altre Blockchains e in taluni Stati sovrani ( attualmente El Salvador e Repubblica Centrafricana).

3-Stablecoins, circolanti privatamente con azioni di mantenimento del rapporto 1/1 con un asset reale( in genere un valuta Fiat) che possono essere:

  1. a)  Coperte da depositi in valute Fiat e correlati strumenti finanziari di copertura: ovviamente, più la percentuale di copertura reale, e non derivata, si avvicina al 100% più la stablecoin è stabile nel rapporto con la valuta Fiat con cui si rapporta: esempio, Tether, criptovaluta luganese con 83 miliardi di coperture dichiarate ( peraltro di difficile identificazione ma che parrebbero in gran parte costituite da Titoli governativi Usa) su 84 di “nozionale”( come diremmo se parlassimo di un derivato finanziario) che nonostante la “tempesta in corso” si sta difendendo “non malaccio”( vedremo alla fine dell’attuale slavina come avrà retto a consuntivo) 0,95 sul Dollaro Fiat;

  2. b)  Coperte da beni reali( oro, petrolio, panieri vari...) e strumenti a replica passiva e/o a leva del suddetto sottostante: anche qui, più la stablecoin è coperta dalla fisicità( una cosa è avere dei lingotti d’oro, un’altra un ETC emesso da un intermediario in caso di crisi) del sottostante più è stabile;

  3. c)  Coperte da criptovalute(e strumenti finanziari derivati su assets criptovalutari fungibili e liquidabili): esempio, Dai.

  4. d)  Coperte (essenzialmente) da meccanismi algoritmici: esempio, attualmente fallimentare, Terra-Luna.

4-Stablecoins di cui ai commi a) e b) del punti precedente legalizzate da Soggetti pubblici, come la Città di Lugano con Tether come, in prospettiva, lo stesso Governo britannico ha ufficialmente programmato di fare a breve.

5-NFT con funzione di criptovaluta

Stante la loro sempre maggior diffusione in categorie assimilabili e facilità di liquidabilità sui marketplaces, molti operatori anche primari come Mark Zuckerberg hanno considerato che gli NFT potranno rappresentare la valuta crypto più facilmente utilizzabile dei Metaversi, anche immensi: si pensi a Facebook-Meta che avrà miliardi di utenti e la cui valuta digitale non sarà più come ipotizzato in passato il token fungibile Lybra ma presumibilmente un token non fungibile (che non è difficile immaginare che possa chiamarsi, appunto, Meta).

*Paolo Turati, docente Economia degli Investimenti