“No alla moschea a Torino nell’ex Fonderia Nebiolo. Porterò in Parlamento una interrogazione affinchè le Istituzioni si impegnino a rispettare il principio di reciprocità. Per creare integrazione è necessario che si insegni la lingua e la cultura italiana agli stranieri che vengono nel nostro Paese. Non un maxi-complesso per gli islamici, per promuovere solo ed esclusivamente la loro cultura, posto oltretutto in una periferia già difficile. Nello stesso momento chiederò anche una operazione di trasparenza nell’utilizzo della cospicua somma stanziata per la realizzazione dell’istituzione religiosa. Il business della cultura ha radici ambigue, non è questa ottica di integrazione che può risolvere i punti bui dell’immigrazione”, così la parlamentare torinese di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli a proposito del progetto di costruire una moschea nell'area industriale delle ex officine Nebbiolo in zona Aurora. La Città di Torino ha infatti venduto per un milione di euro l’area alla Confederazione Islamica Italiana “Al-Waqf”. La Confederazione Islamica intende destinare metà dell' area a residenza per studenti . Il resto sarà dedicato ad un centro culturale in cui avranno sede corsi «per la promozione della conoscenza della cultura islamica presso i cittadini italiani».
Non meno critico l'intervento della senatrice della Lega Marzia Casolati: “Ritengo gravissimo che una città come la nostra, che necessita di promuovere produzione e rilancio imprenditoriale anche rigenerando realtà economiche locali, svenda le ex fonderie Nebiolo alla Confederazione Islamica Italiana per poco più di un milione di euro. Appendino si dimentica i torinesi: chiarisca come mai, anziché ragionare di una riqualificazione dell’area che avrebbe favorito la città, si è scelta la strada della concessione di uno spazio per l’ennesima moschea. Se la sindaca crede di migliorare così la qualità della vita della Barriera di Milano ha sbagliato di grosso: Torino e i suoi abitanti non meritano insensate decisione calate dall’alto, lontane anni luce da richieste e bisogni concreti della nostra comunità”.
Anche Italexit interviene nella questione sollevandone le criticità: “Appendino è davvero sicura che sia questo il modo per favorire la riqualificazione di Torino Nord?
Un'area enorme, a ridosso del Centro, svenduta per un milione di euro e che diventerà una moschea con l'obiettivo di "diffondere la cultura islamica"... Come se non fosse già abbastanza diffusa in questa parte di città! E poi questa "residenza per studenti": quali studenti? Con che criteri verranno accettati? E perché non se ne occupa l'amministrazione pubblica?
La valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune non può seguire questi criteri. Questa operazione va immediatamente bloccata e va fatta chiarezza sulla provenienza dei fondi: già da troppo tempo Torino e l'Italia sono oggetto di strani movimenti di capitali provenienti da paesi apertamente collusi con il terrorismo “